Qualcuno sostiene che movimenti "teorici intellettuali" che spingono scrittori, giornalisti e ricercatori a intravedere, scrivere e pubblicare circa un possibile schema sociale alternativo, sia, se non controproducente, inutile e uno spreco di energie, in quanto il cambiamento deve avvenire in modo tangibile e "fisicamente". Ma noi "teorici intellettuali " siamo pionieri filosofici di un nuovo mondo; tutti i cambiamenti di tutte le epoche sono passati attraverso pensatori che prima hanno pensato il nuovo mondo e poi hanno stimolato le masse a concretizzarlo.
Mi sento di aggiungere che non è necessario che il pensatore sia anche colui che materialmente mette in atto il cambiamento anche perché appunto, i pensatori sono in numero insufficienti e i cambiamenti devono avvenire prima nelle coscienze e poi quindi si manifesteranno nella realtà.
Io bramo dal desiderio di sollevare questioni ovvie ma lungi dall'essere comprese dalle masse, almeno non ancora. A questo proposito chiedo: cos'è la coscienza collettiva?
In questo articolo ho sentito il bisogno di approfondire questo concetto che forse non viene ancora focalizzato nell'accezione spirituale che la vede come un'entità a sé stante che cresce ed evolve.
Questa evoluzione avviene anche grazie a persone che condividono contenuti capaci di innalzare appunto questa coscienza. E' ovvio che ogni singolo articolo, pensiero o movimento in genere non cambierà mai il mondo, ma voglio credere che ogni concetto che viene espresso e che viene pubblicato, si unirà ad altre forme pensiero che creeranno a loro volta altre forme pensiero e così via. Se la strada è lunga non lo posso sapere, ma so che è quella giusta. E se sono solo un teorico, porto un messaggio che spero che sia colto da chi può e sente di intraprendere azioni.
Da un punto di vista dei valori, noi teorici, abbiamo la stessa identica visione di una coscienza collettiva di chi sostiene che dovremmo fare materialmente di più e sono d'accordo che deve partire prima dall'individuo, è ovvio che sia così.
Purtroppo però, viene creduto che gli atteggiamenti non particolarmente diffusi
e non particolarmente condivisi non entreranno mai a far parte della “coscienza
collettiva”.
Tuttavia credo e sostengo invece, che la coscienza collettiva comprenda tutti,
anche quegli atteggiamenti poco diffusi che vengono considerati socialmente
poco importanti. (Visione olistica del cosmo) E’ proprio in questo punto che
spingo questo concetto: da un punto di vista esoterico e spirituale, anche un
singolo pensiero, influenza la totalità. La coscienza individuale, unita
insieme a quelle di tutti gli individui, crea la coscienza collettiva ma questa
direzione non è a senso unico, a sua volta la coscienza collettiva influenza le
coscienze individuali rispalmando in esse le informazioni più diffuse: se un
popolo pensa che essere schiavizzati sia l'unico modo possibile per
sperimentare l'esistenza, crea una forma pensiero collettiva che a sua volta
influenza i singoli individui. È un concetto di meccanica quantistica, cioè uno
scambio bilaterale di informazione. La scienza moderna sta studiando questi
fenomeni ma ancora si fa fatica a comprendere e inserire concetti che non sono
più solo teorie ma ampiamente dimostrati. Un biologo britannico, Rupert
Sheldrake definisce campi morfogenetici questi sistemi di scambio di
informazioni e creazione di pensiero forma che partono dagli individui e creano
il campo.
http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/campi-morfici-o-morfogenetici-risonanza.php
La scienza e la medicina ne hanno avuto da sempre un esempio lampante con il
corpo: le cellule sono esseri viventi e sono organizzate in modo da creare una
coscienza superiore che vive e pensa grazie alla loro collaborazione ma per
contro questa coscienza superiore può influenzare tutte le cellule in vari modi
perché tutto è interconnesso. La malattia ne è l'esempio più pratico, perché
ormai tutti sanno che le malattie hanno origine nella mente (anche i virus: la
mente origina la predisposizione ad infettarsi) ma ad esempio anche la
gravidanza che genera nel corpo della madre, attraverso le ghiandole endocrine,
quello stato di gioia ed euforia che viene trasmesso ad ogni singola cellula
che si organizza e si prepara al gioioso evento. Queste informazioni vengono
comunicate attraverso la
coscienza.
Partendo dal presupposto che c’è e c’è stata una evoluzione che ha segnato un
percorso di segno positivo, ispirata fortunatamente dal pensiero di quelle
minoranze più mature (teorici o pratici), l’umanità è comunque entrata in
contatto con “idee aberranti” che non si
sono dissolte o ridotte ad una marginalità ininfluente. Le basse energie, come
le chiamiamo noi esoterici, sono
entrate a far parte del vero bagaglio culturale della società, sotto forma di
paure e odio che vengono create dal potere per poter controllare le masse in
una specie di karma sociale.
La crescita positiva è stata pilotata (dobbiamo rivalutare il concetto di benessere) dai despoti elargendo benessere fino al punto da non indurre il popolo al tumulto. Quindi il valore del pensiero delle minoranze più mature è esistito ma non è stato capace di infiltrarsi in modo originale nel tessuto sociale ma è stato strumentalizzato per poter creare una nuova e moderna e soprattutto celata forma di schiavitù.
Se una volta gli schiavi venivano frustati e uccisi, oggi vengono assunti nelle fabbriche e stipendiati; se una volta il tempo che veniva tolto loro era totale, oggi si aggira intorno alle 8 ore al giorno per 5/6 giorni la settimana. Il vantaggio per il despota è che lo schiavo credendo di essere libero, perché alla sera torna in una casa che crede sua, non gli salterà mai in mente di fare una rivoluzione. In più, intorno a lui viene creato tutto un mondo virtuale vomitato dalla TV e dai media in genere, che crea separazione tra gli individui cosicché sia sempre più difficile che questi si uniscano in una, appunto, coscienza collettiva, potente. E la politica, in quest'ottica, è concepita per questo scopo: dividere.
Un equivoco in cui spesso mi imbatto è che la coscienza collettiva sia delle elite privilegiate che prendono o guidano il potere (i “forti”, i ricchi o gli agiati, i colti e gli istruiti, e via dicendo, che quindi impongono uno status che diventa “coscienza collettiva” o quella prevalente, del momento)
Io affermo invece che la coscienza collettiva è ed è sempre stata formata anche dal popolo in una specie di mescola che crea equilibrio tra due energie:
La crescita positiva è stata pilotata (dobbiamo rivalutare il concetto di benessere) dai despoti elargendo benessere fino al punto da non indurre il popolo al tumulto. Quindi il valore del pensiero delle minoranze più mature è esistito ma non è stato capace di infiltrarsi in modo originale nel tessuto sociale ma è stato strumentalizzato per poter creare una nuova e moderna e soprattutto celata forma di schiavitù.
Se una volta gli schiavi venivano frustati e uccisi, oggi vengono assunti nelle fabbriche e stipendiati; se una volta il tempo che veniva tolto loro era totale, oggi si aggira intorno alle 8 ore al giorno per 5/6 giorni la settimana. Il vantaggio per il despota è che lo schiavo credendo di essere libero, perché alla sera torna in una casa che crede sua, non gli salterà mai in mente di fare una rivoluzione. In più, intorno a lui viene creato tutto un mondo virtuale vomitato dalla TV e dai media in genere, che crea separazione tra gli individui cosicché sia sempre più difficile che questi si uniscano in una, appunto, coscienza collettiva, potente. E la politica, in quest'ottica, è concepita per questo scopo: dividere.
Un equivoco in cui spesso mi imbatto è che la coscienza collettiva sia delle elite privilegiate che prendono o guidano il potere (i “forti”, i ricchi o gli agiati, i colti e gli istruiti, e via dicendo, che quindi impongono uno status che diventa “coscienza collettiva” o quella prevalente, del momento)
Io affermo invece che la coscienza collettiva è ed è sempre stata formata anche dal popolo in una specie di mescola che crea equilibrio tra due energie:
1. istruiti, ricchi ecc.
2. ignoranti e succubi.
2. ignoranti e succubi.
Le due energie sono in equilibrio in un'unica coscienza collettiva e le varie
oscillazioni di queste energie, che nel tempo hanno creato i vari sviluppi
sociali, creano l'impronta energetica della coscienza collettiva propria di
quel tempo.
Mi spiego meglio: se l'intera umanità fosse sottomessa e schiavizzata, tenuta nell'ignoranza più completa e usurpata di ogni diritto da un manipolo di despoti, si verrebbe a creare una coscienza collettiva molto bassa energeticamente nella quale le informazioni più diffuse sarebbero odio, paura, convinzione che il mondo normale sia quello, molta divisione e separazione tra gli individui e ogni individuo dal suo sé superiore.
Secondo esempio. Se l'umanità fosse completamente risvegliata, collaborasse e condividesse tutto nella più completa armonia, nel rispetto di tutto ciò che esiste e al posto di un potere ci fosse un centro di gestione assegnato ai maestri più saggi, se questa umanità avesse trasceso l'odio e tutte le basse frequenze, la coscienza collettiva non solo sarebbe di una più alta vibrazione energetica ma, proprio grazie all'unione di tutti gli individui, creerebbe una sua identità propria, come sostenevo poco fa con l'esempio del corpo umano. La vita nel corpo umano esiste grazie ad un rapporto armonioso tra tutte le sue cellule, quando questo rapporto cessa di progredire nell’armonia, si verifica la malattia e quindi la morte.
Allo stesso modo, una coscienza collettiva basata su basse energie, crea autodistruzione. Una sinergia armonica, invece, non solo progredisce ma crea unità capace di creare a sua volta un’entità collettiva.
La coscienza collettiva è l'insieme di TUTTE le coscienze individuali
Mi spiego meglio: se l'intera umanità fosse sottomessa e schiavizzata, tenuta nell'ignoranza più completa e usurpata di ogni diritto da un manipolo di despoti, si verrebbe a creare una coscienza collettiva molto bassa energeticamente nella quale le informazioni più diffuse sarebbero odio, paura, convinzione che il mondo normale sia quello, molta divisione e separazione tra gli individui e ogni individuo dal suo sé superiore.
Secondo esempio. Se l'umanità fosse completamente risvegliata, collaborasse e condividesse tutto nella più completa armonia, nel rispetto di tutto ciò che esiste e al posto di un potere ci fosse un centro di gestione assegnato ai maestri più saggi, se questa umanità avesse trasceso l'odio e tutte le basse frequenze, la coscienza collettiva non solo sarebbe di una più alta vibrazione energetica ma, proprio grazie all'unione di tutti gli individui, creerebbe una sua identità propria, come sostenevo poco fa con l'esempio del corpo umano. La vita nel corpo umano esiste grazie ad un rapporto armonioso tra tutte le sue cellule, quando questo rapporto cessa di progredire nell’armonia, si verifica la malattia e quindi la morte.
Allo stesso modo, una coscienza collettiva basata su basse energie, crea autodistruzione. Una sinergia armonica, invece, non solo progredisce ma crea unità capace di creare a sua volta un’entità collettiva.
La coscienza collettiva è l'insieme di TUTTE le coscienze individuali
La coscienza collettiva non è di chi detiene il potere.
La cultura dominante non è la coscienza collettiva.
La cultura dominante è il risultato dell'energia vibrazionale della coscienza collettiva.
La cultura dominante non è la coscienza collettiva.
La cultura dominante è il risultato dell'energia vibrazionale della coscienza collettiva.
In riferimento ai miei articoli precedenti, che mettono sotto accusa il lavoro
paragonandolo ad una schiavitù moderna e dove traccio un profilo di quel
lavoratore incapace di mettere in relazione la sua espressione e la sua energia
con l’opera che porta avanti quando questa è nociva al pianeta e alla vita
stessa, mi è stato
contestato che: “in mancanza di una modifica dei meccanismi di gestione e
controllo della società, le fughe in avanti (espressioni ribelli o
rivoluzionarie indipendenti) di pochi individui, non modificheranno mai le
condizioni reali per ottenere una società più giusta e, perché no, più morale."
Voglio specificare che le fughe in avanti sono sempre state, da che mondo è mondo, i primissimi dignitosi tentativi di cambiare le cose: ma se le masse sono convinte di stare bene e di essere libere e il malessere viene genialmente dirottato e mutato in modo che le origini di esso siano imputate all' “altro” e al diverso, siamo in un sistema dunque che potrà solo collassare, quindi la presa di coscienza collettiva passerebbe per forza da un crack su larga scala. Fortunatamente vi sono coloro tanto audaci da fare le fughe in avanti che rappresentano l'unico e il solo modo per INIZIARE un percorso di cambiamento che lentamente, nel suo progredire, influenza la coscienza collettiva. Qui emerge una differente visione tra coloro che credono che i cambiamenti devono avvenire dall'interno del sistema dominante, ad esempio continuando a votare e chi, come me, sostiene che votare scegliendo tra alternative che di fatto non esistono non porta da nessuna parte e che quindi prima va demolito il sistema vecchio e poi si ricostruisce quello nuovo. Come? Bene, ammetto di non saperlo, ma quello di cui sono certo è che l’andamento politico, economico, sociale e soprattutto ecologico, così com’è non è più sostenibile; sono solo uno che fa una fuga in avanti, posso solo fare questo per INIZIARE da qualche parte e strada facendo spero di incontrare qualcuno con il quale unirmi, qualcuno che come me ha già intrapreso la sua fuga, e insieme vedremo cosa fare, passo per passo.
Voglio specificare che le fughe in avanti sono sempre state, da che mondo è mondo, i primissimi dignitosi tentativi di cambiare le cose: ma se le masse sono convinte di stare bene e di essere libere e il malessere viene genialmente dirottato e mutato in modo che le origini di esso siano imputate all' “altro” e al diverso, siamo in un sistema dunque che potrà solo collassare, quindi la presa di coscienza collettiva passerebbe per forza da un crack su larga scala. Fortunatamente vi sono coloro tanto audaci da fare le fughe in avanti che rappresentano l'unico e il solo modo per INIZIARE un percorso di cambiamento che lentamente, nel suo progredire, influenza la coscienza collettiva. Qui emerge una differente visione tra coloro che credono che i cambiamenti devono avvenire dall'interno del sistema dominante, ad esempio continuando a votare e chi, come me, sostiene che votare scegliendo tra alternative che di fatto non esistono non porta da nessuna parte e che quindi prima va demolito il sistema vecchio e poi si ricostruisce quello nuovo. Come? Bene, ammetto di non saperlo, ma quello di cui sono certo è che l’andamento politico, economico, sociale e soprattutto ecologico, così com’è non è più sostenibile; sono solo uno che fa una fuga in avanti, posso solo fare questo per INIZIARE da qualche parte e strada facendo spero di incontrare qualcuno con il quale unirmi, qualcuno che come me ha già intrapreso la sua fuga, e insieme vedremo cosa fare, passo per passo.
Il potere è sempre stato usato per soddisfare ambizioni e non valori, non come
viene spesso affermato da coloro che continuano a votare, che il potere
soltanto “talvolta” viene usato per fini personali; è per questo che credo e
sostengo (e siamo in tantissimi a crederlo) che il cambiamento deve essere un
cambiamento profondo che parte dalle coscienze per arrivare a demolire tutto il
vecchio. L'umanità e Gaia necessitano di una catarsi. Quello che viene spesso
proposto, di continuare a seguire la politica, anche con i migliori valori
rappresentati, non porterà mai da nessuna parte. Mi chiedo come si può non
capire che è arrivato il momento di arare il terreno della nostra società per
ribaltare tutto quanto.
Bisogna porsi il problema di cosa stiamo facendo, tutti quanti a livello
individuale, del nostro tempo e delle nostre energie e cercare di capire se, ad
esempio, il nostro lavoro porta un contributo al mondo che vorremmo creare. Il
lavoro è la cosa più quotidiana che ci succede. Per evolvere, ci sono
sicuramente delle cose da iniziare a fare ma ce ne sono anche tante altre che
dobbiamo smettere di fare. Chi produce armi deve smettere di farlo come chi le
usa perché quello è il suo “lavoro”. Chi produce oggetti che hanno il solo
scopo di arricchire i potenti deve smettere di farlo, chi attraverso il suo
lavoro inquina deve smettere di farlo...non devono smettere coloro che
producono il necessario alla vita in azioni ed espressioni che sono in armonia
e rispetto del tutto e coloro che amano quello che fanno (quando ciò che fanno
è in armonia con il tutto) perché questi contribuiscono a innalzare la
coscienza collettiva.. Affrontare molti aspetti della nostra vita, ad esempio
partendo dal nostro lavoro, e porci il problema se è giusto ciò che facciamo e
a seconda del bilancio che otteniamo nella nostra coscienza, trovare il coraggio
per cercare in qualche modo delle alternative che oltretutto diano l’esempio,
ecco, questa la ritengo una fuga in avanti capace di stimolare le coscienze.
Più coscienze vengono stimolate e più cambia la firma energetica della
coscienza collettiva. I miei preziosi contestatori affermano che rimane la
valutazione dell’effettiva proporzione tra scelte e risultati, se, cioè, il
sacrificio e le scelte di pochi sono o saranno state in grado di aumentare
realmente la “coscienza collettiva” o non risulteranno improduttive di
risultati realmente incisivi lasciando intatte le storture soprattutto
culturali della società....
Ma uomini come Giordano Bruno, Socrate, ecc sono stati bruciati vivi,
avvelenati lapidati ecc perché hanno avuto il coraggio di mantenere ferme le
loro idee anche di fronte alla minaccia della morte. Come si può o si deve
interpretare la relazione tra scelte e risultati di quegli uomini di fronte
alle loro terribili esecuzioni? Che rapporto ci può essere tra il lasciarsi
uccidere e qualsiasi risultato positivo che si è verificato in seguito alla
loro morte? Questi uomini non solo ci fanno da esempio, ma grazie alla loro
scelta oggi le loro idee sono scolpite nella roccia.
È possibile che anch’io sarei capace di farmi uccidere per quello che penso.
Anch’io ho fatto la mia fuga in avanti rappresentata da azioni che non
rispecchiano comportamenti ritenuti normali o meglio ancora “socialmente
convenienti” e che mi hanno procurato critiche e/o disapprovazione ma
incredibilmente non per i valori che promuovo ma solamente per il tipo di
scelta, una scelta sconveniente solamente da un punto di vista economico. Ma
come si fa a fare una rivoluzione non rivoluzionando nulla della propria
vita? Mi chiedo: se questa
notte fossi rinchiuso in una cella aspettando la mia esecuzione e mio padre
potesse venire a parlare con me per l'ultima volta cosa verrebbe a dirmi? Di
cedere per continuare a vivere o sarebbe fiero di me, nel dolore più grande che
so che potrebbe provare?
Perché anche lui condivide i valori per cui mi batto ma non approva la mia scelta di buttare all’aria la mia vita perché pensa che sia inutile.
Perché anche lui condivide i valori per cui mi batto ma non approva la mia scelta di buttare all’aria la mia vita perché pensa che sia inutile.
È ovvio che delle mie scelte personali non se n'è accorto nessuno, non almeno
come se domani mi bruciassero a Campo dei fiori. È qui la differenza perché
fortunatamente nessuno mi ucciderà per quello che penso ma dal mio punto di
vista non cambia molto e anche se le mie scelte personali fanno poco o nessun clamore e quindi sembrano
inutili, di contro ho la possibilità di scrivere le mie idee che possono
arrivare a tantissime persone. E se scrivo le mie idee che contribuiranno ad
innalzare la coscienza collettiva, lo faccio con un'onestà di base perché io ho
davvero messo in pratica ciò che penso e quindi poi lo scrivo. Questa forza
contagia persone a fianco a me, ma non solo, non avendo l'esclusiva di questa
energia, altre persone stanno maturando, e iniziando a intraprendere gli stessi
passi altrove. Quando agli occhi di chi mi critica non sarò più solo, si potrà vedere come queste anime
avranno facilità ad unirsi e come saranno ispirate a trovare soluzioni al
crollo degli schemi che hanno coraggiosamente e faticosamente buttato giù. Per
edificare serve un luogo, se il luogo è INGOMBRATO prima bisogna demolire la
vecchia costruzione.
Mi è stato chiesto:
“Ma come potranno fare fughe in avanti coloro che devono rispettare i propri
impegni e assolvere a responsabilità familiari che, con la direzione che hanno
dato alla propria vita, hanno scelto strade diverse, magari con lo stesso
obiettivo e con il sogno di contribuire a realizzare una società differente e
migliore?”
Certo, chi ha famiglia ha poche possibilità di fare l'eroe, almeno fino a
quando il suo bel mondo di cartone non gli si ripiegherà addosso. Sono
d'accordo che nonostante questo possa soffrire delle condizioni in cui vive e
che sogna e spera un mondo migliore. Le fughe in avanti se le può permettere
chi è da solo, chi rasenta la follia, chi ha qualcosa da dire, chi studia e si
prepara ai cambiamenti, chi ha il coraggio di farle e anche quei padri che
capiscono che forse una fuga in avanti è un esempio e un investimento nella
vita del proprio figlio perché a un certo punto hanno realizzato che quel mondo
non è il mondo che vorrebbero lasciare alla loro
prole.
I propri impegni? Nei confronti di chi o di che cosa? Quale responsabilità più
importante può rivestire un essere umano, attualmente, che risvegliare se
stesso, stimolare il risveglio a chi è a lui vicino, e salvaguardare la VITA in
tutte le sue forme? Forse si allude a impegni di lavoro? O la partecipazione
alla realtà politica attraverso il voto? Cioè a tutte quelle attività
ampiamente sperimentate che continuano a creare il mondo così come è oggi?
O forse si parla di impegni come genitori? E allora ripeto: quale insegnamento
più alto può dare un padre ad un figlio se ha il coraggio di fare una fugai in
avanti? Un padre deve assicurare amore e cibo e questo non mancheranno mai, non
deve più assicurare però una falsa sicurezza in un mondo che è tutto tranne che
sicuro.
Io suggerisco di prepararci perché le nuove generazioni (e non intendo i
giovani ma tutti coloro che saranno la nuova umanità) stanno abbandonando
definitivamente i vecchi impegni e si uniscono a creare forme pensiero molto
diverse da quello che vecchi pensatori credono che sia l’unico metodo di
rinascita. La nuova umanità sta creando, a livello di coscienza, alternative
che esondano da quello che punti di vista obsoleti credono che sia l'unico metodo possibile.
C'è un'evoluzione/rivoluzione in atto e che può solo evolvere; non resta che stare a guardare.
C'è un'evoluzione/rivoluzione in atto e che può solo evolvere; non resta che stare a guardare.
Le parole che scrivo vogliono proprio arrivare a stimolare un pensiero che
dilati in dimensioni nuove, più evolute, più consapevoli, ho sottolineato in un
mio articolo precedente il concetto che non mi aspetto che le persone si
licenzino, anche perché non è davvero l'unica realtà da prendere di petto e poi
non è davvero il primo passo, il primo passo è la coscienza, prima individuale
e poi collettiva. Che lotta meravigliosa e pacifica potrà essere quella di
abbattere i vecchi, dannosi e pericolosi schemi?
Voglio concludere specificando che spesso
i valori, tra le persone, sono identici, ma in moltissime persone, se posso
permettermi, manca una retro cultura esoterica e spirituale che si ostinano a
tenere fuori da questi argomenti.... ma presto si capirà che l'evoluzione
pratica, oggettiva, di schemi economici e sociali, passerà proprio attraverso
questi aspetti che ancora non sappiamo abbastanza bene che sono la nostra
natura più profonda e più vera. Vedremo che i cambiamenti si materializzeranno
proprio grazie al fatto che la maggior parte delle persone scoprirà ed
accoglierà dentro di sé la propria natura spirituale.
Pubblicato su: ICONICON POST