LA COMUNE: UN NUOVO MODELLO SOCIALE

Forse
non si può parlare a nome di tutti ma credo che moltissime
persone non si ritrovano più in questo tipo di società,
che è mascherata per essere una società del benessere,
ma in realtà tutto ciò che propone è
un'esistenza omologata e ristretta, dominata da un potere che
controlla e gestisce le risorse della Terra in nome solo e soltanto
del profitto per pochi.
Non
credo di esagerare dicendo e sostenendo che quello che stiamo vivendo
sia una moderna schiavitù, che oltre a toglierci le nostre
naturali facoltà e la possibilità di un'esistenza
felice e sostenibile, sta distruggendo il pianeta. La cosa più
grave è che molti di noi non se ne rendono conto e pensano che
questo sistema sia l'unico possibile addirittura provando sentimenti
di gratitudine nei confronti di capitalisti che impiantano industrie
nelle quali ci fanno lavorare per produrre beni di consumo inutili e
talvolta dannosi a noi stessi e all'ambiente. Qualunque sia il
livello di consapevolezza, riguardo a questi temi, in ognuno di noi,
la felicità è un miraggio per chiunque perché le
nostre naturali pulsioni verso la socialità, la fratellanza e
lo scambio finalizzato alla crescita collettiva, vengono ignorate,
soffocate e represse.
In
altre parole viviamo la parodia di noi stessi. Credo che sia
importante cercare una soluzione alternativa al sistema politico,
alla struttura economica e ai modelli sociali che impongono il denaro
e il lucro come primi scopi e obbiettivi di tutta l'umanità
deformando il loro originale significato filosofico che li vedeva
semplicemente come dei mezzi.
È
urgente, anzi urgentissimo riportare l'uomo al centro ma non
attraverso la competizione, che inevitabilmente causa distruzione, ma
attraverso un rinnovamento e un incoraggiamento dei talenti
individuali in un'ottica che preveda l'educazione verso una
condivisione di questi nella cooperazione e nella collaborazione.
Oggi
siamo al culmine di un esasperato consumismo che deriva da dipendenze
verso oggetti o situazioni che crediamo abbiano valore determinante
per le nostre vite. Attribuiamo a queste cose un'indispensabilità
senza minimamente chiederci se effettivamente è così,
divenendo schiavi delle cose stesse e incrementando la ricchezza di
chi detiene il potere.
I
despoti aprono una fabbrica, ci mettono dentro a lavorare, producono
cose inutili e ce le rivendono.
Le
conseguenze si registrano in:
- degrado della qualità della nostra vita, ci vediamo tolta la maggior parte del nostro tempo, in quanto se la ricchezza fosse equamente distribuita e si impiegassero le energie, i mezzi e i talenti solo per produrre ciò che è veramente utile a un'umanità sana e consapevole e non frustrata e nevrotica, le ore di lavoro sarebbero drasticamente ridotte.
- Pessimo rapporto tra uomo e ambiente che, impegnato ad inseguire fini e obbiettivi economici, ovviamente trascura o deliberatamente danneggia il pianeta.
- Generazione di un tessuto psicologico fortemente incline alla guerra e/o ai suoi derivati (schiavitù, sfruttamento, manipolazione e sottomissione delle menti)
Già
dalla fine degli anni sessanta, in tutto il mondo, si è
assistito alla nascita di villaggi, o comuni nelle quali alcune
persone iniziavano ad associarsi con lo scopo di condividere, in
termini generici, la propria energia per il raggiungimento di
obbiettivi comuni. Innanzi tutto si sentiva un bisogno individuale
verso un'esistenza più sostenibile, che derivava dal crescente
malessere sentito e provato nella vita sociale, nell'unico modello
esistente. Proprio grazie a questo malessere, unito alla costante
evidenza dell'ingiustizia dilagante mostrata da parte di chi detiene
il potere, che secondo i piani non esita a generare una guerra, il
bisogno individuale nasce e trova riscontro in un bisogno collettivo
di una parte di umanità forse più sensibile, forse più
coraggiosa o più incline ad un modello sociale più
giusto in una tendenza sia caratterizzata da coraggio o sensibilità.
O meglio, il malessere è largamente diffuso, anche nei nostri
bei paesi occidentali, ma il risveglio che porta ad una ricerca di
alternative è un fenomeno che è partito da poche
persone e si sta via via incrementando anche grazie ai precursori che
hanno già ampiamente dimostrato la sostenibilità di
sistemi alternativi. Il disagio esistenziale e insieme il desiderio
di cambiare la propria vita, nella direzione di una nuova socialità,
si unisce all'esigenza di un lavoro più gratificante in un
luogo, o in una dimensione, il più possibile vicino alla
natura. E non solo, un lavoro che sia espressione della propria
natura e in armonia alle vere esigenze del genere umano. Infatti,
tra gli obiettivi di base della comune, c’è il proposito di
vivere il lavoro, come espressione della propria creatività
più che come obbligo. Tant’è vero che in molte
realtà, lo spazio del lavoro si “confonde” spesso con
quello del tempo libero, anche perché prima o poi, in un
contesto collettivo, ognuno riesce comunque a inventarsi un’attività
affine ai propri interessi.
Nella
nostra epoca, in cui è difficile catalizzare l'interesse di
molti verso processi di massa di trasformazione della società,
acquistano ancora più importanza gli esempi, anche se piccoli,
di ciò che funziona, dimostrando che si può e quindi si
“deve” vivere diversamente.
Secondo
una delle tante definizioni possibili, le Comuni Intenzionali sono
"aggregazioni volontarie di cittadini, finalizzate alla
realizzazione di un progetto di vita quotidiana, continuativo e
solidale, caratterizzato dalla ricerca sociale, che può anche
essere etica, spirituale ed ecologica."
L'intenzionalità
consiste nella scelta di sperimentare percorsi sociali che si
differenziano dai riferimenti culturali dominanti. Si può
parlare di luoghi, non soltanto in senso fisico, dove si ricerca e si
sperimentano modelli sociali che siano espressione diretta di sistemi
di valori condivisi.
Le
Comuni Intenzionali traducono la loro tensione anche
nell'applicazione di stili di vita e tecnologie rispettose
dell'ambiente, nelle modalità di gestione e risoluzione dei
conflitti, nello sviluppo di economie alternative, anche mediante
l'impiego delle valute complementari.
Possiamo
dire che nelle Comuni Intenzionali sono presenti tre aspetti tra loro
sinergici: la condivisione di uno stesso progetto di vita, che spesso
ha riflessi anche in ambito lavorativo; un'organizzazione interna, in
grado di sviluppare meccanismi solidaristici e di aiuto reciproco;
l'adozione di stili di vita sostenibili, che consentono un ridotto
impatto ambientale.
È
un modello di vita sostenibile dal punto di vista ecologico,
spirituale, socioculturale ed economico, intendendo per sostenibilità
l'attitudine di un gruppo umano a soddisfare i propri bisogni senza
ridurre, ma anzi migliorando, le prospettive delle generazioni
future".
Queste
intenzioni possono riguardare l'ambiente, e il territorio attraverso
il recupero di zone spesso marginalizzate ed in fase di spopolamento,
prevenendo alcune delle cause di dissesto idrogeologico, recuperando
produzioni tipiche e tradizionali, praticando la filiera corta,
facendo anche ricorso alle tecnologie innovative, utilizzando le
energie rinnovabili. In genere gli eco-villaggi perseguono
l'autosufficienza alimentare ed i membri praticano l'agricoltura
biologica.
Negli eco-villaggi si costruisce e si ristruttura
secondo i criteri della bio-edilizia, privilegiando un tipo di
economia locale e sostenibile, ci si organizza come gruppi di
acquisto, facendo anche ricorso alle valute complementari ed alla
gestione delle banche del tempo. Conseguentemente l'Impronta
Ecologica, cioè il rapporto tra i consumi umani e la capacità
del pianeta di rigenerarli, negli eco-villaggi è di gran lunga
migliore della media degli Stati.
Dal
punto di vista educativo, i piccoli che crescono in comunità
hanno molte più figure di riferimento, capaci di completare ed
integrare il quadro parentale di nascita, diversamente da quanto
avviene sempre più spesso oggi in una famiglia mononucleare.
Altrettanto importante è il ruolo che hanno in comunità
gli anziani, che trovano molteplici occasioni di partecipazione e
coinvolgimento alla vita sociale.
Un'
argomento ancora diverso riguarda il tema più generale della
qualità della vita, che nelle Comuni Intenzionali è
migliorata dalla coabitazione, che favorisce lo sviluppo di accordi
reciproci, forme organizzate di mutuo aiuto e gestioni economiche
spesso condivise. Così facendo si attivano processi
compensativi che permettono di ammortizzare tra più persone
quei costi ed oneri che altrimenti sarebbero insostenibili per un
solo nucleo familiare, contrastando nel contempo i problemi derivanti
dal crescente isolamento attraverso l'opera di rivitalizzazione del
tessuto sociale, stimolando la solidarietà e la condivisione.
Oggi
le Comuni Intenzionali pongono l'attenzione, non sulle “8 ore”
lavorative, ma su un modello di tempo basato sulle "24 ore",
cioè sulla Qualità della Vita a 360°. In questo
caso Qualità della Vita significa riappropriazione di un tempo
di vita totale, vissuto intensamente in ogni sua parte, al di là
della dicotomia tra tempo lavorativo e tempo libero.
Per loro
natura le Comuni Intenzionali dimostrano come sia possibile
ricomporre anche altre dicotomie, da cui originano alcuni dei
malesseri sociali. Le comunità sono pertanto da osservare con
attenzione anche per la loro funzione di laboratori sociali.
Alla
base di una scelta di vita comunitaria, sia pure diversamente
interpretata ed applicata, c'è anche una risposta alla crisi e
alla riduzione ai minimi termini del modello familiare. E' opinione
diffusa che la società tutta ha un grande bisogno di comunità,
anche trasversali, che possano rendere più solido il tessuto
sociale e colmare il crescente vuoto di valori e di partecipazione
alla vita pubblica. Comuni intenzionali, eco-villaggi e co-housing
operano fattivamente per colmare la distanza che si avverte tra lo
Stato ed i bisogni individuali e tra governo e territorio. Ma anche
per affermare la necessità, come cantava Giorgio Gaber, di un
Umanesimo nuovo, che faccia tornare l'essere umano, i suoi bisogni e
le sue aspirazioni, al centro della società. Le Comuni
Intenzionali sono la punta più avanzata di una tendenza volta
a riappropriarsi di questo bisogno di comunità, che si traduce
anche nella crescente diffusione di buone pratiche come ad esempio i
gruppi di acquisto solidali, i car-sharing, i micronido a conduzione
familiare, i condomini solidali, ecc. atti a consentire il
soddisfacimento di bisogni individuali organizzandosi autonomamente
assieme ad altri.
Esistono
esperienze differenti tra le comuni e/o gli eco-villaggi, per
orientamento filosofico e organizzazione, ma tutte comunque ispirate
a un modello di vita sostenibile dal punto di vista ecologico,
spirituale, socioculturale ed economico.
Un
eco-villaggio è qualcosa di più della semplice
condivisione di uno spazio e di qualche elettrodomestico, si tratta
di condividere una visione e sperimentare concretamente nel
quotidiano uno stile di vita in armonia con la natura basato sui
valori di solidarietà, partecipazione, eco-sostenibilità
e sobrietà.
Innanzitutto
come si è già intuito, urge la tutela del territorio e
quindi anche una sensibilizzazione al rispetto della natura e alla
coscienza ecologica. Bisogna cercare di partire dal presupposto che
la maggior parte della gente comune che non rispetta la natura, non
lo fa per cattiveria ma piuttosto per ignoranza. Per questo bisogna
cercare di diffondere una sensibilità sul rapporto con la
natura, non tanto sul piano filosofico, quanto su quello strettamente
ecologico, quindi anche informazioni molto “terra terra”. Da
questo punto di vista, non bisogna ritrovarsi politicamente con
nessun partito. Infatti non possiamo dire che l'ecologia sia di
destra o di sinistra. Del resto non è neppure automatico che
chi è di sinistra sia più ecologista di chi è di
destra, anzi. Si può benissimo vedere tanta incoerenza da
parte di qualunque istituzione, indipendentemente dal lato in cui si
schiera. Un disastro ecologico colpirebbe chiunque, anche i
miliardari. Questo è l'aspetto più assurdo del nostro
decadimento. Bisogna cercare di fare emergere il fatto che per avere
delle false comodità la nostra società avvelena il
pianeta, e lo distrugge. La difesa della natura spesso comporta una
vera e propria lotta, perché esistono organizzazioni senza
nessuno scrupolo che distruggerebbero qualunque cosa per i propri
interessi. I nostri intenti sono e sarebbero pacifici e finalizzati a
dare l'esempio ma se serve possiamo e sappiamo lottare per difendere
un bene che in fin dei conti è di tutti.
Ecco
riportati alcuni pensieri facilmente condivisibili:
“L’idea
di passare tutta la mia vita nel mio bellissimo appartamento, senza
nessuno rapporto con i vicini e con l’unica prospettiva di
aspettare le ferie e qualche ponte per uscire dalla routine
quotidiana mi fa capire che ho sbagliato qualcosa.” Gianni
di Milano
“Non
ho nessuna intenzione di mettere il mio sapere nelle mani di qualche
multinazionale o di qualche azienda privata che pur di vedere
crescere i propri utili è disposta a devastare l’ambiente.
Mi piacerebbe potere lavorare a favore non contro la natura e
possibilmente in un contesto di confronto e di collaborazione con
altre persone.” Lucia
di Napoli
“Voglio
svegliarmi la mattina e incontrare facce amiche e soprattutto andare
a letto la sera con la coscienza serena di aver fatto qualcosa di
utile per il pianeta. Mi sembra assurdo consumare la mia vita e le
mie energie per acquistare l’auto, poi la casa, poi la villetta al
mare. Mi piacerebbe costruire, insieme ad altri, qualcosa di utile
per le generazioni che seguiranno.” Marta
di Urbino
PERCORSO
SPIRITUALE
Tutte
le religioni (in un discernimento di messaggi positivi), tutti i
grandi maestri, tutti i grandi filosofi (Platone, Socrate, Giordano
Bruno, ecc.), tutti i messaggi canalizzati, ci hanno sempre dato
informazioni che possono essere sintetizzati e riunificati nella
grande legge dell' UNO.
Anche
la scienza, nella sua branca che riesce a sganciarsi da paradigmi
chiusi, grazie a studiosi e ricercatori indipendenti che tentano di
mettere in discussione l'establishment scientifico, sta portando
avanti un percorso che si avvicina sempre più all'aspetto
spirituale della nostra esistenza. In altre parole sta emergendo una
nuova scienza, se così si può dire, che tenta di unire
in un'unica teoria unificata la coscienza e la materia, attraverso
teorie che sono in grado di spiegare i grandi misteri i quali la
scienza ufficiale cataloga semplicemente sotto l'etichetta di
“inspiegabile”. (fisica quantistica)
La
ricerca scientifica è sempre stata pilotata e controllata da
potenti lobby economiche che non potevano esercitare il loro potere
senza controllare la ricerca tecnologica che ne deriva e che hanno
sempre tratto enormi vantaggi dalla sua applicazione sociale; oppure
è stata spesso alimentata da interessi militari. Ma di fianco
a questa realtà, esiste un’impressionante mole di dati e di
personaggi che sono stati relegati in un profondo oblio, soggetti a
vere e proprie campagne di disinformazione e denigratorie se non
addirittura persecutorie proprio perché proponevano teorie
fortemente in contrasto con le più accreditate teorie della
scienza ufficiale e quindi contro il potere economico che le
controlla.
Ma
l' establishment scientifico, che ufficialmente rinnega la scienza
alternativa, di fatto ne possiede tutti i segreti. Infatti esiste un
vero e proprio mondo sommerso di teorie scientifiche, esperimenti non
ufficiali, studi secretati da enti governativi, ricercatori non
allineati, ecc. di cui pochissimi, tranne gli addetti ai lavori, sono
a conoscenza. Di questo universo scientifico, che se proposto da chi
non fa parte dell'elite di potere è considerato eretico, non
si fa assolutamente menzione nei libri di scuola, né tanto
meno nelle pubblicazioni ufficiali. Un sottobosco scientifico che
comunque trae la sua origine dal mondo accademico, poiché gli
artefici di questi studi fuori dai canoni riconosciuti non sono degli
improbabili ciarlatani o anonimi ricercatori improvvisati, bensì
spesso degli esimi titolari di cattedre universitarie insigniti di
Premi Nobel, nonché autorevoli firme sulle più
prestigiose riviste scientifiche mondiali. E allora viene da
chiedersi: perché i loro lavori non sono divulgati e
utilizzati per migliorare la qualità della vita di tutti e del
pianeta intero? La risposta è semplice: gettare discredito
verso chi “canta fuori dal coro”, arrogandosi il diritto di
vagliare cosa, in campo scientifico, è conveniente che venga
divulgato o meno, è una delle strategie messe in atto
dall’establishment scientifico per mantenere arroccato il proprio
potere. Questo quadro deve essere messo in relazione con il risveglio
delle coscienze che sta avvenendo sul pianeta, in quanto iniziare a
non credere a tutto ciò che ci viene propinato dai media ma
informarsi su ciò che il potere tenta in tutti i modi di
nascondere, è l'inizio di un percorso spirituale. Uno dei
primi principi della scuola spirituale è: “conosci
te stesso”
ed è un percorso che implica il porsi domande esistenziali su
più livelli, anche su cosa succede intorno a noi.
Fortunatamente oggi con internet nessuno ha più la scusa di
nascondersi dietro alla disinformazione. E se avevamo bisogno di un
mezzo con l'aiuto del quale finalmente possiamo evolvere, questo è
proprio internet. Ma quali sono queste informazioni che ci arrivano
anche da un antico passato? Il centro delle teorie di tutte le scuole
spirituali ed esoteriche è che TUTTO ciò che esiste è
una moltitudine di sfaccettature di un'unica, infinita, ed eterna
coscienza che crea realtà atte a sperimentare se stessa. Il
principio che sta dietro a questo eterno dinamismo è: divento
consapevole di chi sono quando sperimento ciò che non sono.
Anche non credere alle parole che ho appena scritto è un modo
per sperimentare cosa non sono. Questo introduce la prima grande
legge: il
libero arbitrio.
Noi
possiamo non capire concetti come infinito ed
eternità ma
non possiamo non crederci. Ognuno di noi si sarà chiesto
almeno una volta quanto è grande l'universo e cosa c'è
oltre di esso. Come può non esserci niente?
E il tempo come può improvvisamente finire? Questi quesiti ci
creano una terribile angoscia perché noi conosciamo
l'esistenza come qualcosa che inizia e finisce, nonostante per
migliaia di anni ci siamo fatti raccontare presunte verità
dalle religioni. La morte fa paura anche ai credenti più
ortodossi. Mi viene da sospettare che più una persona
prova paura
e
più sente il bisogno di aggrapparsi a credenze che rendano
sopportabili tali paure. Ecco che forse abbiamo individuato il
terreno fertile sul quale nascono e crescono le religioni che non
sono altro che un geniale mezzo che il POTERE ha inventato e ha usato
per controllare le menti. Credo che su questo siamo tutti d'accordo.
Ma le religioni poggiano tutti i loro dogmi su principi di base che
risuonano con le grandi verità che forse stiamo per scoprire
circa i grandi segreti dell'universo. Il punto di partenza è
la verità ma le religioni ne hanno distorto i messaggi e i
contenuti per controllare l'uomo. Mauro Biglino è uno studioso
dell'antico ebraico e ha fatto un lungo studio sull'originale testo
della Bibbia. È noto che il Sacro Testo originale sia scritto
senza spazi tra le parole e senza vocali, cosa che permette la
lettura a interpretazioni molto differenti rispetto al testo che noi
tutti conosciamo. Invito i lettori a cercare su youtube conferenze e
seminari tenuti da Biglino nei quali presenta il risultati dei suoi
studi. Le interpretazioni che Biglino dà alla Bibbia
potrebbero svelare alcuni dei grandi misteri che ci fanno scervellare
da sempre. Le piramidi, i complessi come Stonehenge, le linee di
Nazca, i cerchi nel grano, il ritrovamento di “oopart”: oggetti
realizzati in tempi in cui, almeno teoricamente, non avrebbero dovuto
esistere le tecnologie e le conoscenze per fabbricarli, la
telecinesi, l'ipnosi, che fa regredire addirittura in vite passate
(Brian Weiss), saltiamo a Nikola Tesla e la free energy, ecc. ecc. La
lista è molto lunga e in rete è possibile farsene una
cultura.
Nel
1981, un gruppo di studiosi, Don
Elkins, Ph.D., Carla Rueckert, Jim McCarty, iniziano alcuni
esperimenti di canalizzazione e poco dopo entrano in contatto con un'
entita ET che si fa chiamare RA che si qualifica come un complesso di
memoria collettiva, o ciò che può essere chiamato
un’anima di gruppo. Il contatto, che avviene sempre attraverso
Carla Rueckert, prosegue per circa due anni e ne esce fuori materiale
in quantità da farne cinque libri. Nei libri della “Legge
dell’Uno” che, come serie, comprende “The Ra Material”, Ra
spiega, in dettaglio, il processo tramite cui ci evolviamo, dove
andiamo quando lasciamo questo piano, i diversi livelli o densità
che attraversiamo, la natura dell’interazione umani/ET, e molto di
più. Le
parole di Ra, arrivate nel 1981, si possono ritenere la principale
fonte di informazioni
accurate nel campo ET, emersa nella storia moderna. Biglino,
attraverso le sue interpretazioni, sostiene che in un antico passato
l'umanità sia stata contattata da entità ET, alcune
anche con scopi non troppo pacifici e attraverso questi contatti, si
è trasmessa una conoscenza filosofica e tecnologica che
altrimenti non si sarebbe potuta manifestare sulla terra. RA dice la
stessa cosa. Come ho già detto questa informazione potrebbe
spiegare tutti e dico tutti i misteri che ancora non hanno trovato
risposta. RA ha anche anticipato il tanto discusso appuntamento con
il 21/12/2012, dicendo che entro un trentennio (dal 1981) la Terra
sarebbe stata esposta ad un cambiamento energetico che influenzerà
l'intera galassia. Questo passaggio sembra che influenzerà le
nostre coscienze e il DNA. La fine di questo periodo coincide con la
fine di una serie di tre cicli di 25.000 anni e in passato sembra che
passaggi simili si siano già verificati. La scienza, pur
ovviamente screditando qualsiasi teoria in merito, ha scoperto
fossili e resti organici provenienti da antichi passati, sui quali
hanno riscontrato dei cambiamenti improvvisi nel DNA. Tutto quanto
detto fino adesso mi serve per introdurre argomenti che potrebbero
essere di inusitata importanza per l'evoluzione in atto. Al di là
di teorie complicate e forse difficili da accettare, siamo in un
evidente momento di collasso di tutti sistemi organizzativi. Citando
il principio dell'eterno dinamismo proposto poco fa, abbiamo
ampiamente fatto esperienza di cosa non siamo. È giunto il
momento di ri-svegliarci e di incamminarci attraverso scelte
consapevoli verso un futuro sostenibile. Se tutto il materiale
scientifico-esoterico-spirituale sopra citato ci lascia indifferenti
e/o increduli, sappiate che dietro ci sono persone (scienziati,
filosofi, studiosi) che non vogliono venderci nulla ma che
condividono il loro sapere gratuitamente. E se fatichiamo un po' ad
entrare in sintonia con teorie un po' lontane alle nostre
convinzioni, non è detto che non sentiamo il bisogno di
un'esistenza che sia per tutti migliore e positiva in nome di valori
che tutti dovremmo avere, di pace e di amore. Possiamo crescere
dentro queste nuove informazioni, possiamo avvicinarci ad esse piano
piano e lasciare che qualcuno ci dia delle conferme, ma non possiamo
più lasciare il mondo nelle mani di chi vuole distruggerlo.
Credo
che l’ umanità sia impegnata in un processo di espansione
evolutiva della coscienza, che genera sia nuovi comportamenti di
civilizzazione, che una cultura planetaria impregnata di valori
spirituali. Quella che propongo è una ricerca individuale e
collettiva della sacralità in ogni aspetto della vita.
Cerchiamo di creare dei nuovi modi di interazione tra il lavoro, la
vita, l’ambiente e noi stessi, in un clima di onestà e
amore.
Vivere
con coscienza e consapevolezza, lavorare ascoltando la propria voce
interiore, lavoro come AMORE in azione e agire in collaborazione con
la natura dovrebbero essere bisogni consapevoli di chiunque. Voglio
contribuire alla nascita di un intento comune, per andare tutti nella
stessa direzione, per costruire qualcosa insieme. Contribuiamo a
dispiegare una nuova coscienza umana e creare un futuro positivo e
sostenibile. Tutto questo è urgente per vivere e lavorare
insieme, mettendo in pratica valori spirituali per l'umanità e
il pianeta.
La
sfida è il compito di creare nuovi modi di vivere attraverso
la promozione di:
- ascolto interiore e la conoscenza di sé
- relazioni pacifiche
- cooperazione con la natura
- la sostenibilità a tutti i livelli
Il
cambiamento che tutti noi vogliamo vedere nel mondo, avverrà
attraverso l'ascolto della parte più profonda del nostro
essere, cooperando con la natura e tra di noi. Il motto è:
“Non
dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini attenti, impegnati e
consapevoli possa cambiare il mondo!”
questo
deve diventare una consapevolezza che è possibile fare la
differenza nel mondo. Attraverso tutte le nostre attività
dovremmo fare del nostro meglio per mettere in pratica i valori
spirituali e dimostrare nuovi e sostenibili modi di vivere: come una
comunità di apprendimento per il cambiamento personale e
sociale, creare una cultura di pace attraverso il nostro impegno nei
confronti degli altri, attraverso oneste interazioni, cibo per tutti,
costruire case, costruire generatori che non inquinano, impegnarsi
nel riciclaggio, esplorare i sistemi economici alternativi. Dovremmo
proporci come pionieri, per ispirare, dimostrare, incoraggiare e
condividere la nostra esperienza. È la coscienza, la
motivazione, la consapevolezza, l'energia creativa e la gioia che
portiamo a tutte queste attività che porteranno un cambiamento
positivo nel mondo. È
importante adorare la terra e
sentirla davvero come la Dea-Madre, come un essere vivente e
pensante. Possiamo essere atei, o semplicemente lontani da teorie che
forse sono ancora più grandi di noi, ma possiamo lasciare che
dentro nasca e cresca una profonda dimensione spirituale attraverso
la quale sentiamo il bisogno di unirci, di condividere e collaborare.
Davide
Ragozzini
Fonti:
Mimmo
Tringale, Ecovillaggi:
cantieri per un mondo migliore,
in “Terra.
In campagna un’altra vita è possibile. Storie di donne e
uomini che hanno deciso di coltivare un’esistenza diversa”
di Sabina Calogero, Terre di Mezzo, 2005, pag. 138-144
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