LAVORARE PER LA PACE
Perché fai la guerra papà
Il primo passo per cambiare qualcosa che non ci sta bene è creare con la
mente un’alternativa, immaginare concretamente l’oggetto desiderato.
La pace, un mondo nuovo e più giusto, costruito sulla
condivisione e sulla cooperazione, forse sta iniziando a delinearsi perché, sempre
più persone, stanno cominciando a desiderarlo quindi a immaginarlo ma più di
tutto, credo, stiamo cominciando a credere che sia possibile.
La vera rivoluzione inizia quando la moltitudine comincia a
credere che un’utopia sia possibile.
Nel mio
articolo precedente “Smettere di lavorare”, affronto la realtà del lavoro in
un’ottica, a mio avviso, molto futurista o forse ancora di più…
post-dimensionale; il lavoro, così come viene inteso oggi nelle culture
dominanti sul nostro pianeta, nelle mie righe viene seriamente messo sotto
accusa.
In questo
articolo tento di scendere un po’ più nello specifico mettendo nel microscopio
realtà lavorative come i militari e più sotto coloro impiegati nell’industria bellica
sia di armi che di mezzi come navi, aerei, carri armati ecc.
Ovviamente conosco
la differenza che esiste tra militari e civili impiegati nell’industria
bellica.
Nella mia
città, La Spezia ,
sono presenti entrambe le realtà: vi è l’arsenale militare e vi sono industrie
belliche come l’ O.T.O. Melara (cannoni, carri armati, missili) e Fincantieri
Muggiano specializzata nella costruzione di navi militari; in più c’è tutta una
rete di piccole aziende che lavorano per questi colossi. Queste tre realtà unite
a tutte le piccole aziende, offrono un’altissima percentuale di occupazione
nella mia città. Quindi si può affermare che a La Spezia un grandissimo
numero di persone lavora, percepisce uno stipendio, e mette le sue energie per
contribuire a costruire armi e/o mezzi militari.
Tra le
persone che conosco, che lavorano in questo settore, spesso tento di introdurre
l’argomento in questione cominciando da una domanda: “Ma lo sai che tu contribuisci a mantenere la presenza della guerra nel
mondo?”
La risposta è
pressoché la stessa: “Io non so cosa
farci, questo è solo il mio lavoro, del resto come farei a vivere e a mantenere
i miei figli, questa realtà mi dà uno stipendio.”
Bene, certo,
io stesso non ho molti argomenti, però concludo dicendo: “Sappi però che per poter vivere tu e la tua famiglia contribuisci alla
morte di altre persone da qualche parte nel mondo, perché se nessuno in tutto
il pianeta accettasse di costruire armi o peggio ancora di schiacciare il pulsante
per far partire un missile, e solo per uno stipendio, la guerra non ci sarebbe
più.”
Perché coloro
che muovono guerra contro qualcuno, se
non ci fossero degli stipendiati ad aiutarli come farebbero? Insegnerebbero
alle banconote a sparare o a guidare gli aerei?
Certo non è
facile e non mi aspetto davvero che tutti si licenzino (anche se io l’ho
fatto); il mio vero grande obbiettivo è sensibilizzare queste persone, quanto
meno perché ci riflettano sopra.
Perché
purtroppo è rara una risposta, tra quelle che mi danno, che possa essere più o
meno così: “Lo so, hai ragione. Sai? A
volte ci penso anch’io a queste cose e
ti assicuro che ne soffro, ma io non so proprio come rimediare. Tu hai qualche
idea?”
Che bella
risposta sarebbe. “No, risponderei, nemmeno io conosco un modo per cambiare le
cose, però mi fa piacere che sei sensibile a una realtà che ti vede coinvolto
così da vicino. Credo che l’unica cosa che si possa fare, io e te insieme, sia
di continuare a pensarci e provare ad inserire nella nostra vita concetti e
teorie che introducono nuovi modelli sociali e trasmetterli a più persone
possibili e piano piano vedere cosa succede.”
Se avessi la fortuna di fare un dialogo
simile, quel giorno mi sembrerebbe un buon giorno, un inizio di qualcosa di
nuovo, migliore.
Sicuramente
persone pronte a pensare in questo modo ce ne sono, infatti non ho davvero
intervistato tutti quelli, nella mia città, che lavorano in questo settore, ma
credo e spero che ragionare in questi termini faccia bene a tutti e anche se
con queste ultime righe specifico che non sto facendo di tutta un erba un
fascio, lo ritengo un argomento importante capace di elevare le coscienze di
tutti.
Ad ogni modo
sono costretto ad introdurre un altro argomento che emerge dalla prima risposta
dove viene messo in relazione lo stipendio con la famiglia.
La guerra, lo
sappiamo benissimo tutti ormai, parte da un piccolo numero uomini oscenamente
ricchi che vogliono arricchirsi ancora di più. Sotto di loro ci sono i
rappresentanti delle nazioni che volenti o nolenti fanno il loro gioco. Sotto
ancora ci sono, in ordine gerarchico, tutti i militari e sotto ancora ci sono i
lavoratori dell’industria bellica compresi scienziati e ingegneri.
Tolti i
miliardari, i presidenti e i generali (perché anche loro guadagnano molto dalla
guerra), tutti gli altri “fanno” la guerra solo per uno stipendio anche se
ovviamente di valori diversi.
La maggior
parte di queste persone (dai miliardari
all’ultimo manovale)a casa hanno una famiglia e dei figli che dicono di amare.
Ora io mi
chiedo: ma come fanno, se è vero che amano, soprattutto i loro figli, a fare la
guerra?
Chi ama davvero non pensa minimamente di
muovere guerra contro nessuno. Chi ama davvero non ha bisogno di impossessarsi
di tutti i beni materiali che può arraffare anche a discapito della vita degli
altri.
Chi ama
davvero ha già tutto quello che gli serve, anche la saggezza di USARE tutti
i beni materiali che gli servono e che
desidera DAVVERO, nell’assoluto rispetto di questi oggetti, di sé e degli
altri.
Chi ama
davvero, credo con tutto me stesso, che si ponga il problema se il suo lavoro e
le sue energie sono ben spese, ben impiegate e soprattutto ben investite nel
futuro di chi dicono di amare.
Se ancora c’è
la guerra, sul nostro pianeta, è perché non c’è ancora amore e se c’è, un padre
mi deve far vedere dov’è.
E se credete
che a fare la guerra siano gli “altri” allora dovete sapere che chi ci governa
è la proiezione del pensiero o dell’incapacità di amare di tutti i popoli,
quanto meno perché li lasciamo fare.
Sul pianeta
siamo quasi 7 miliardi di persone; una decina delle quali ci governano, una
decina di milioni formano i loro eserciti e sei miliardi novecentoottantanove
milioni novecentonovantanovemila novecentonovanta persone, siamo tutti gli altri.
Secondo voi
chi ha più potere?
Come dice
Vasco Rossi: “se si girano gli eserciti,
gli spari sopra sono per voi”.
A formare gli
eserciti ci sono persone come noi.
Senza queste persone
chi ci governa non PUO’ assolutamente fare nulla.
A pigiare i
bottoni per far partire i missili sono le dita di un essere umano che non può,
NON PUO’ amare la sua compagna e i suoi figli, NON PUO’!! se amasse, ma
DAVVERO, piuttosto quel dito se lo taglierebbe.
E se la scusa
potesse essere quella che il suo lavoro procura da mangiare proprio alle
persone che dice di amare, mi chiedo
come può, quell’uomo non capire che prima o poi le sue azioni, messe insieme a
tutte quelle di uomini come lui, porteranno alla distruzione di tutto quanto.
E se mai
dovesse arrivare quel giorno, cosa direbbe ai suoi figli?
E ancora, se
i suoi figli dovessero chiedergli il motivo che lo spinge a fare quel lavoro, perché hanno appena visto
in TV che le bombe che vengono lanciate o costruite da uomini come il proprio
padre, uccidono persone e bimbi come
loro, che cosa risponderebbe?
“Perché fai la guerra papà?”
Credo che sia difficile che i bimbi leggano questo articolo,
allora qualche domanda la faccio io:
Se il tuo lavoro fosse quello di pigiare un
bottone per far partire un missile, riusciresti a smettere di farlo se te lo chiedesse
tuo figlio?
Se il tuo lavoro fosse quello di caricare quel cannone,
riusciresti a smettere di farlo se te lo chiedesse tuo figlio?
Se il tuo lavoro fosse quello di costruire quel
cannone, riusciresti a smettere di farlo se a chiedertelo fosse tuo figlio?
Se il tuo lavoro fosse quello di costruire
navi, aerei da guerra, riusciresti a smettere di farlo anche se poi il giorno
dopo ti devi inventare un modo per continuare a dare da mangiare a tuo figlio?
La guerra esiste anche “grazie” a te, che non
riesci a smettere di farla o di aiutare coloro che la vogliono fare e spesso
solo per uno STIPENDIO. Uno stipendio inadeguato, tra l’atro, al tempo che
impieghi per lavorare e che peraltro togli a tuo figlio.
Ripeto: so
benissimo che non è facile affrontare questi argomenti soprattutto se davvero
il vostro sostentamento arriva “dalla guerra” ma almeno, vi prego, rifletteteci
sopra.
Se molti di
voi stanno già mutando le proprie idee e innalzano la coscienza abbandonando le
paure, e le alternative si stanno già formando sotto forma di teorie, dovrete
presto avere il coraggio di metterle in pratica.
Molti
sostengono che le utopie non cambieranno il mondo, io sostengo invece che se
cominciamo a mettere in pratica le teorie lo cambieremo davvero il nostro mondo
e delle utopie, dopo, penseremo che sono state solo delle sfide capaci di
metterci alla prova e ci hanno dato la possibilità di dimostrare a noi stessi
quanto siamo capaci di brillare.
Davide
Ragozzini
Fonte: La schiavitù nel pregiudizio sul sesso – Davide Ragazzini
Pubblicato su: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8056http://www.iconicon.it/blog/2012/10/lavorare-la-pace-perche-fai-la-guerra-papa/
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