martedì 23 ottobre 2012

LUCE DA UNA BOTTIGLIA DI PLASTICA













IN SVEZIA SI PUO' COSTRUIRE UNA PICCOLA CASA SENZA PERMESSO


In Italia, per costruire anche una casetta degli attrezzi, occorre il permesso del comune e per di più è difficilissimo che lo diano. Di contro, l'urbanizzazione aggressiva, non si fa il minimo problema per abbruttire paesaggi, campagne e centri storici con disgutosi edifici in cemento armato. 
Anche questo aspetto delle nostre leggi e della nostra burocrazia è l'ora che venga radicalmente demolito. è vero, esistono problemi più importanti, ma snellire un minimo dando la possibilità a chi può, di costruire una piccola casetta di 15 mq,  è un passo avanti per un'esistenza più sostenibile, lontana da mutui, affitti e per non parlare del contatto con la terra che già di per sé alza la vibrazione energetica, rendendo le persone più felici. 









Le particelle comunicano istantaneamente e confondono gli scienziati













venerdì 19 ottobre 2012

Potresti essere uno sciamano senza nemmeno saperlo.














LA POLITICA E IL PERCORSO SPIRITUALE




I concetti che promuovo, non generano nessuna violenza. Semplicemente chi è su un percorso spirituale,  ignora tutto ciò che non gli appartiene più e che non apparterrà mai, in nessun modo al nuovo mondo. Questo è il risultato di profondi studi sia interiori che rivolti al sociale. Più saremo, in numero,  ad ignorare senza giudizio e soprattutto in un atteggiamento positivo e non violento, e più il sistema attuale semplicemente svanirà nel nulla.
Voglio ricordare un esempio: cosa accadrebbe se tutti i militari del mondo bruciassero le loro armi, strappassero dalle loro divise gradi, mostrine e medaglie, si unissero alla gente e collaborassero  a costruire invece che distruggere?
Lo so che è un’utopia, ma io che sono un folle, aspetto quel giorno come se stesse davvero per arrivare, perché la mia lotta non è mossa da nessuna rabbia tanto meno violenza.
È solo un’idea che può dare il via al cambiamento e se l’azione che inevitabilmente la segue fosse poggiata sulla vibrazione energetica del “non fare”, creerebbe una rivoluzione non violenta. È inconcepibile? Rispolveriamo Gandhi, studiamo la filosofia tibetana.
Nel movimento ideologico del “non fare”, la parola potere verrà presto scorporata dalle accezioni: governo, controllo, politica, forza militare….
La parola potere rivestirà solo altri concetti come ad esempio il potere della mente, il potere dell’amore ecc.
Concetti come potere economico e potere politico, non esisteranno più perché non esisterà più un’economia dissociata dalla collettività che ne minaccia costantemente il sostentamento, tra l’altro, in una struttura consumistica che di fatto poi, paradossalmente, minaccia la struttura stessa sulla quale poggia. Perché quando le persone capiranno che non hanno più bisogno di un’economia che costantemente minaccia il crollo di se stessa,  capiranno che non devono più preoccuparsi se non avranno i soldi da spendere nei centri commerciali perché la terra ci nutrirà lo stesso come ha sempre fatto, indipendentemente dalla presenza o meno di un’economia.
Non esisterà più una politica (e nemmeno la parola stessa) come struttura di accentramento di potere contrapposta alla massa, nella quale una minoranza usa il potere che ne deriva per fini personali. La nuova umanità organizzerà un centro di gestione affidato ai maestri più saggi che opereranno in un’unica dimensione con il popolo senza creare distanze tra il centro di gestione e la collettività.
La gestione ma soprattutto la sua concettualizzazione, passerà attraverso una trasformazione della coscienza collettiva in modo significativo e in un modo mai registrato prima d’ora nella storia dell’umanità. Tale innalzamento, ripeto, sarà accompagnato da un risveglio spirituale, prima individuale che avrà la forza di “contagiare” altri fino ad arrivare al collettivo. In sostanza sarà necessario comprendere (nel senso di abbracciare e di accogliere) e fare propria l’unica legge che sostiene l’universo: l’Amore incondizionato.
Questo passaggio, che definisco una sorta di catarsi, trascende l’esigenza di provare a cambiare il mondo dall’interno dello schema politico attuale, perché lo schema politico attuale è basato su principi (anche i migliori) che sono obsoleti. La struttura stessa è obsoleta, rigida, perversa nella sua infinita burocrazia, nella sua dualità. Questo aspetto è importantissimo: la dualità. Negli studi esoterici vi è una forte tendenza a trascendere la dualità. La nuova era sarà caratterizzata dall’assenza della dualità. È un concetto difficile da comprendere e credo che si scoprirà nel suo più profondo significato proprio nella sua sperimentazione, momento nel quale si confronterà con il suo opposto, appunto la dualità. Tra l’altro credo che non esista un termine che sia il suo vero e proprio contrario, esiste però un concetto che si contrappone al concetto di dualità: UNO o il TUTTO.
La politica è l’esempio di dualità più dannoso alla società. Nella politica la dualità si manifesta tra destra e sinistra, in tutto il mondo. È per questo che non risuona con persone che sono in un percorso spirituale e spesso senza che se ne accorgano in modo cosciente.
Mi rendo conto che da un punto di vista pratico o pragmatico, la massa si chieda: sì vabbé ma allora quando e come cambierà tutto? Uno yogi tibetano risponderebbe: sta già cambiando, sta avvenendo dentro le persone, l’unico luogo (o sarebbe giusto dire dimensione) dove si può davvero cambiare. Aspettarsi di vedere un cambiamento fisico fa parte di quello che dovremmo lasciare andare, ovvero la dualità. Il cambiamento avviene dentro, prima a livello individuale e poi collettivo. Per il nostro maestro tibetano non ha alcuna importanza in che modo si manifesterà tale cambiamento. Il nostro maestro sa che la realtà è solo una proiezione dell’impronta energetica delle coscienze e lui suggerisce di concentrarsi su di esse anzi che manipolare la realtà. Lui insegna ad ESSERE il cambiamento, non a FARE il cambiamento. È ovvio che per comprendere tali concetti bisognerebbe studiare in questa scuola e non pretendere di commentare senza conoscere la filosofia che trasmette tali concetti. Chi è su un percorso spirituale sa che quella è rimasta l’unica strada possibile. Anzi la è sempre stata ma non ne eravamo consapevoli. Oggi, grazie all’energia che sta arrivando sulla Terra dal centro della galassia (suggerisco di informarsi circa questo argomento anche da un punto di vista scientifico e  nei suoi più profondi significati), moltissime persone sono stimolate a cercare verità oltre i dogmi scientifici che ci fanno vorticare sempre nella solita giostra. Queste persone intuiscono un movimento alternativo al solito vorticare che si potrebbe rappresentare con una spirale centrifuga e quindi che cresce. La ricerca, se non è ingabbiata da dogmi scientifici, esonda, scopre l’interazione tra varie discipline e ancora di più: l’interazione tra la fisica e metafisica, tra la scienza e  l’occulto, tra il normale e il paranormale, arrivando alla conclusione che ciò che è occulto o paranormale, nel significato del termine, non esiste, era semplicemente sconosciuto. Una dimensione sconosciuta si può definire occulta ma non paranormale. Questo termine andrebbe abolito perché parte dal presupposto che tutto ciò che  conosciamo è tutto ciò che esiste e non diamo spazio ad altro. Lo trovo oltremodo arrogante e stupido. Oppure è un modo di imporre un pensiero da chi ha motivo di celare scomode verità.
Ma tornando al rapporto con la politica, è chiaro che la nuova umanità si rapporta con essa semplicemente ignorandola, almeno come tendenza. La politica ha una vibrazione energetica molto bassa che è impossibile da sostenere da chi sta iniziando a vibrare su frequenze più alte. Queste  persone fanno l’unica cosa che è possibile fare in questo momento: stanno cambiando dentro (percorso spirituale) e nutrono la fiducia che presto si manifesterà la realtà che stanno creando nel punto al loro interno dove faticosamente uniscono la mente con il cuore.
So benissimo che questi concetti sono difficili da comprendere da chi non conosce nulla di questi argomenti. Spero che queste righe stimolino l’interesse di fare proprio una ricerca, come si faceva a scuola: cosa sta dicendo questo? Di che cosa parla? Dice cose che mi sembrano strane. E se avesse ragione. Probabilmente dovrei informarmi.
Certo è che, se non si ascoltano queste parole e i loro significati, che non sono di chi sta scrivendo ma sono filosofie che peraltro sono in via di essere dimostrate anche dalla scienza, diventa difficile un confronto. Le persone che sono su un percorso spirituale parleranno sempre di più attraverso quello che stanno sperimentando e saranno sempre più irremovibili circa la certezza che quella sarà l’unica strada da percorrere. Questo viene preso per rigidità da parte di chi non è sul quel percorso ma diventa difficile provare a convincere una gabbianella, che ha appena imparato a volare, che può solo permettersi di camminare. Del resto è difficile anche per la gabbianella provare a spiegare alla persona che la vorrebbe vedere solo camminare che potrebbe volare a sua volta. Anche perché la gabbianella ha altro da fare che perdersi in inutili discussioni: lei dal suo volo ancora incerto, mentre se lo gode, ogni tanto urla a chi rimane sotto: ma che vuoi da me, vieni anche tu quassù, che fai là sotto!!!!
Chi è che non si sforza di riempire questa distanza? La gabbianella che ha faticato tanto per poter capire che può volare e che poi ha osato, o coloro che non hanno ancora l’apertura mentale o il coraggio di credere che si può davvero volare?
Chi è avanti nell’evoluzione? Chi non la percepisce? Chi non ha il coraggio di osare? Chi è ancora ancorato a vecchi schemi?  O chi inizia a sbattere le ali?
E ancora: chi è lontano da studi esoterici, non sa, ignora, ovviamente, gli insegnamenti che ne derivano. Ma non solo li ignora, non li accetta, non ascolta, si tappa le orecchie perché non ne vuole sentir parlare. Li considera inutili per il cambiamento, spinge invece ad azioni o formulazione di teorie pratiche come se un percorso spirituale fosse un accozzaglia di stronzate, se inserite dentro un necessario cambiamento fisico del mondo.
È proprio qui il punto nel quale si crea la distanza. Un percorso spirituale non è una religione. Chi si spaventa davanti alle religioni, e a giusta ragione, non sa che la spiritualità è ricca di insegnamenti che vanno contro anche alle religioni stesse.
Chi è lontano dalla spiritualità non sa che esiste una dimensione diversa da quella che tutti quanti vedono, non sa che esistono e sono esistite persone in grado di comunicare con questa dimensione. Se lo sa non ci crede e considera ciarlatani tutti questi individui che stanno facendo un lavoro enorme per l’umanità. Il sistema solare, la Terra (Gaia) e tutte le forme viventi, stanno lasciando la terza dimensione per passare nella quarta. Per chi è lontano dalla spiritualità, queste cose sono solo leggenda, invece dovrebbero iniziare a considerarle cronaca. Tutti i testi sacri esistenti sul pianeta parlano di questo. C’è un’incredibile similitudine tra testi distanti tra loro nel tempo e nello spazio, ma siccome sono stati strumentalizzati dalle religioni, gli atei li considerano leggende, letteratura fantasy e ne prendono le distanze senza sapere che ciò da cui dovrebbero prendere le distanze sono solo le religioni e non il punto di partenza dalla quale tutte sono nate. Le distanze dalle religioni, le prendono anche coloro che sono sul percorso spirituale ma non come se fossero solo spazzatura, formulano accuse precise su come hanno strumentalizzato un sapere che non apparteneva loro per ingannare le masse.
Accogliere dentro di noi la nostra natura spirituale è indispensabile all’esistenza e per decidere il modo in cui si vivrà.
La spiritualità è la veste che ricopre l’AMORE di cui è fatto l’UNIVERSO. Questa energia sta venendo verso di noi, non siamo noi che andiamo verso di lei, la stiamo semplicemente accogliendo. Anche perché è ciò di cui siamo fatti. L’ultimo capitolo dell’evoluzione è entrare in contatto con questa energia, riscoprirla e riconoscere che con essa, siamo la stessa cosa.
Lo ripeterò all’infinito: al punto storico, evolutivo, culturale in cui ci troviamo, il cambiamento passerà inevitabilmente attraverso un’ innalzamento delle coscienze che avverrà solo e soltanto attraverso un percorso spirituale. In millenni di tentativi da parte di minoranze più evolute, di proporre e attuare un RADICALE cambiamento, pur ammettendo una tendenza a migliorare, non ha mai ottenuto il risultato cercato e sperato. Questa è storia, dati alla mano. Diventa difficile continuare a discutere su questo punto con chi non crede, con chi non ha fede, e con chi vuole continuare ad andare avanti con vecchi schemi. Se si vuole, tuttavia si può continuare, ma per quanto mi riguarda ho finito gli argomenti e se proprio devo proporre continuamente una risposta, copierò e incollerò quelle che ho già detto e scritto.
C’è tutta una cultura intorno, anche scientifica, che viene ancora ostinatamente e stupidamente respinta dagli atei, dai razionali materialistici e da chi crede che la materia sia la realtà.
Mi permetto di dire “stupidamente” perché queste persone partono dal presupposto che sono tutte stronzate o nel migliore dei casi inutili, quando sotto al loro naso sta diventando una realtà ampiamente dimostrata anche dalla scienza alla quale loro tengono tanto. Non tengono neanche in considerazione la possibilità che esista una dimensione più elevata che ci sta attirando da un punto di vista cosmico. In pratica, una parte di umanità, ha la chiave per la svolta e l’altra parte non solo non ci crede ma nega l’evidenza. Non sanno che sono loro quelli che stanno ritardando il salto perché influenzano la coscienza collettiva. Certo, a livelli diversi: un ateo, che comunque è mosso da sani principi, non è sullo stesso piano di un corrotto o uno spregiudicato. Ma gli atei devono sapere che i “cattivi”, ad alti livelli, sono al corrente di ciò che sta avvenendo a livello energetico e stanno tentando le loro ultime mosse per continuare a tenere l’umanità sotto schiavitù. Tu ateo, sei tale perché sei succube di una cultura che ti è stata imposta che ha avuto la forza di installarsi dentro di te usando le tue paure e le tue convinzioni. Tu ateo, non sai che sei manovrato intellettualmente e psicologicamente da coloro che vuoi ancora votare. Certo, per chi non crede a nulla, è solo l’ennesimo film di fantascienza, ma chi ci crede, perché sa che le cose stanno così, perché ne ha le prove, non tenta di imporre il suo pensiero agli altri perché segue uno dei primi insegnamenti: il libero arbitrio.
Ognuno evolverà con i suoi tempi ma questo non ci vieta di affermare che il cambiamento definitivo per l’umanità passerà solo ed esclusivamente attraverso un innalzamento delle coscienze da un punto di vista spirituale. 





martedì 16 ottobre 2012

LA COSCIENZA COLLETTIVA E LE “FUGHE IN AVANTI”


Immagine dal web

Qualcuno sostiene che movimenti "teorici intellettuali" che spingono scrittori, giornalisti e ricercatori a intravedere, scrivere e pubblicare circa un possibile schema sociale  alternativo, sia, se non controproducente, inutile e uno spreco di energie, in quanto il cambiamento deve avvenire in modo tangibile e "fisicamente". Ma noi "teorici intellettuali " siamo pionieri filosofici di un nuovo mondo; tutti i cambiamenti di tutte le epoche sono passati attraverso pensatori che prima hanno pensato il nuovo mondo e poi hanno stimolato le masse a concretizzarlo. 
Mi sento di aggiungere che non è necessario che il pensatore sia anche colui che materialmente mette in atto il cambiamento anche perché appunto, i pensatori sono in numero insufficienti e i cambiamenti devono avvenire prima nelle coscienze e poi quindi si manifesteranno nella realtà.
Io bramo dal desiderio di sollevare questioni ovvie ma lungi dall'essere comprese dalle masse, almeno non ancora. A questo proposito chiedo: cos'è la coscienza collettiva?
In questo articolo ho sentito il bisogno di approfondire questo concetto che forse non viene ancora focalizzato nell'accezione spirituale che la vede come un'entità a sé stante che cresce ed evolve.
Questa evoluzione avviene anche grazie a persone che condividono contenuti capaci di innalzare appunto questa coscienza. E' ovvio che ogni singolo articolo, pensiero o movimento in genere non cambierà mai il mondo, ma voglio credere che ogni concetto che viene espresso e che viene pubblicato, si unirà ad altre forme pensiero che creeranno a loro volta altre forme pensiero e così via. Se la strada è lunga non lo posso sapere,  ma so che  è quella giusta. E se sono solo un teorico, porto un messaggio che spero che sia colto da chi può e sente di intraprendere azioni. 
Da un punto di vista dei valori, noi teorici, abbiamo la stessa identica visione di una coscienza collettiva di chi sostiene che dovremmo fare materialmente di più e sono d'accordo che deve partire prima dall'individuo, è ovvio che sia così.
Purtroppo però, viene creduto che gli atteggiamenti non particolarmente diffusi e non particolarmente condivisi non entreranno mai a far parte della “coscienza collettiva”.
Tuttavia credo e sostengo invece, che la coscienza collettiva comprenda tutti, anche quegli atteggiamenti poco diffusi che vengono considerati socialmente poco importanti. (Visione olistica del cosmo) E’ proprio in questo punto che spingo questo concetto: da un punto di vista esoterico e spirituale, anche un singolo pensiero, influenza la totalità. La coscienza individuale, unita insieme a quelle di tutti gli individui, crea la coscienza collettiva ma questa direzione non è a senso unico, a sua volta la coscienza collettiva influenza le coscienze individuali rispalmando in esse le informazioni più diffuse: se un popolo pensa che essere schiavizzati sia l'unico modo possibile per sperimentare l'esistenza, crea una forma pensiero collettiva che a sua volta influenza i singoli individui. È un concetto di meccanica quantistica, cioè uno scambio bilaterale di informazione. La scienza moderna sta studiando questi fenomeni ma ancora si fa fatica a comprendere e inserire concetti che non sono più solo teorie ma ampiamente dimostrati. Un biologo britannico, Rupert Sheldrake definisce campi morfogenetici questi sistemi di scambio di informazioni e creazione di pensiero forma che partono dagli individui e creano il campo. http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/campi-morfici-o-morfogenetici-risonanza.php 
La scienza e la medicina ne hanno avuto da sempre un esempio lampante con il corpo: le cellule sono esseri viventi e sono organizzate in modo da creare una coscienza superiore che vive e pensa grazie alla loro collaborazione ma per contro questa coscienza superiore può influenzare tutte le cellule in vari modi perché tutto è interconnesso. La malattia ne è l'esempio più pratico, perché ormai tutti sanno che le malattie hanno origine nella mente (anche i virus: la mente origina la predisposizione ad infettarsi) ma ad esempio anche la gravidanza che genera nel corpo della madre, attraverso le ghiandole endocrine, quello stato di gioia ed euforia che viene trasmesso ad ogni singola cellula che si organizza e si prepara al gioioso evento. Queste informazioni vengono comunicate attraverso la coscienza. 
Partendo dal presupposto che c’è e c’è stata una evoluzione che ha segnato un percorso di segno positivo, ispirata fortunatamente dal pensiero di quelle minoranze più mature (teorici o pratici), l’umanità è comunque entrata in contatto con “idee aberranti” che non  si sono dissolte o ridotte ad una marginalità ininfluente. Le basse energie, come le chiamiamo noi esoterici,  sono entrate a far parte del vero bagaglio culturale della società, sotto forma di paure e odio che vengono create dal potere per poter controllare le masse in una specie di karma sociale. 
La crescita positiva è stata pilotata (dobbiamo rivalutare il concetto di benessere) dai despoti elargendo benessere fino al punto da non indurre il popolo al tumulto. Quindi il valore del pensiero delle minoranze più mature è esistito ma non è stato capace di infiltrarsi in modo originale nel tessuto sociale ma è stato strumentalizzato per poter creare una nuova e moderna e soprattutto celata forma di schiavitù. 
Se una volta gli schiavi venivano frustati e uccisi, oggi vengono assunti nelle fabbriche e stipendiati; se una volta il tempo che veniva tolto loro era totale, oggi si aggira intorno alle 8 ore al giorno per 5/6 giorni la settimana. Il vantaggio per il despota è che lo schiavo credendo di essere libero, perché alla sera torna in una casa che crede sua, non gli salterà mai in mente di fare una rivoluzione. In più, intorno a lui viene creato tutto un mondo virtuale vomitato dalla TV e dai media in genere, che crea separazione tra gli individui cosicché sia sempre più difficile che questi si uniscano in una, appunto, coscienza collettiva, potente. E la politica, in quest'ottica, è concepita per questo scopo: dividere.
Un equivoco in cui spesso mi imbatto è che la coscienza collettiva sia delle elite privilegiate che prendono o guidano il potere (i “forti”, i ricchi o gli agiati, i colti e gli istruiti, e via dicendo, che quindi impongono uno status che diventa “coscienza collettiva” o quella prevalente, del momento)
Io affermo invece che la coscienza collettiva è ed è sempre stata formata anche dal popolo in una specie di mescola che crea equilibrio tra due energie: 

1. istruiti, ricchi ecc.
2. ignoranti e succubi.

Le due energie sono in equilibrio in un'unica coscienza collettiva e le varie oscillazioni di queste energie, che nel tempo hanno creato i vari sviluppi sociali, creano l'impronta energetica della coscienza collettiva propria di quel tempo. 
Mi spiego meglio: se l'intera umanità fosse sottomessa e schiavizzata, tenuta nell'ignoranza più completa e usurpata di ogni diritto da un manipolo di despoti, si verrebbe a creare una coscienza collettiva molto bassa energeticamente nella quale le informazioni più diffuse sarebbero odio, paura, convinzione che il mondo normale sia quello, molta divisione e separazione tra gli individui e ogni individuo dal suo sé superiore. 
Secondo esempio. Se l'umanità fosse completamente risvegliata, collaborasse e condividesse tutto nella più completa armonia, nel rispetto di tutto ciò che esiste e al posto di un potere ci fosse un centro di gestione assegnato ai maestri più saggi, se questa umanità avesse trasceso l'odio e tutte le basse frequenze, la coscienza collettiva non solo sarebbe di una più alta vibrazione energetica ma, proprio grazie all'unione di tutti gli individui, creerebbe una sua identità propria, come sostenevo poco fa con l'esempio del corpo umano. La vita nel corpo umano esiste grazie ad un rapporto armonioso tra tutte le sue cellule, quando questo rapporto cessa di progredire nell’armonia, si verifica la malattia e quindi la morte. 
Allo stesso modo, una coscienza collettiva basata su basse energie, crea autodistruzione. Una sinergia armonica, invece, non solo progredisce ma crea unità capace di creare a sua volta un’entità collettiva. 
La coscienza collettiva è l'insieme di TUTTE le coscienze individuali
La coscienza collettiva non è di chi detiene il potere.
La cultura dominante non è la coscienza collettiva.
La cultura dominante è il risultato dell'energia vibrazionale della coscienza collettiva.

In riferimento ai miei articoli precedenti, che mettono sotto accusa il lavoro paragonandolo ad una schiavitù moderna e dove traccio un profilo di quel lavoratore incapace di mettere in relazione la sua espressione e la sua energia con l’opera che porta avanti quando questa è nociva al pianeta e alla vita stessa,  mi è stato contestato che: “in mancanza di una modifica dei meccanismi di gestione e controllo della società, le fughe in avanti (espressioni ribelli o rivoluzionarie indipendenti) di pochi individui, non modificheranno mai le condizioni reali per ottenere una società più giusta e, perché no, più morale."    
Voglio specificare che le fughe in avanti sono sempre state, da che mondo è mondo, i primissimi dignitosi tentativi di cambiare le cose: ma se le masse sono convinte di stare bene e di essere libere e il malessere viene genialmente dirottato e mutato in modo che le origini di esso siano imputate all' “altro” e al diverso, siamo in un sistema dunque che potrà solo collassare, quindi la presa di coscienza collettiva passerebbe per forza da un crack su larga scala. Fortunatamente vi sono coloro tanto audaci da fare le fughe in avanti che rappresentano l'unico e il solo modo per INIZIARE un percorso di cambiamento che lentamente, nel suo progredire, influenza la coscienza collettiva. Qui emerge una differente visione tra coloro che credono che i cambiamenti devono avvenire dall'interno del sistema dominante, ad esempio continuando a votare e chi, come me, sostiene che votare scegliendo tra alternative che di fatto non esistono non porta da nessuna parte e che quindi prima va demolito il sistema vecchio e poi si ricostruisce quello nuovo. Come? Bene, ammetto di non saperlo, ma quello di cui sono certo è che l’andamento politico, economico, sociale e soprattutto ecologico, così com’è non è più sostenibile; sono solo uno che fa una fuga in avanti, posso solo fare questo per INIZIARE da qualche parte e strada facendo spero di incontrare  qualcuno con il quale unirmi, qualcuno che come me ha già intrapreso la sua fuga, e insieme vedremo cosa fare, passo per passo. 

Il potere è sempre stato usato per soddisfare ambizioni e non valori, non come viene spesso affermato da coloro che continuano a votare, che il potere soltanto “talvolta” viene usato per fini personali; è per questo che credo e sostengo (e siamo in tantissimi a crederlo) che il cambiamento deve essere un cambiamento profondo che parte dalle coscienze per arrivare a demolire tutto il vecchio. L'umanità e Gaia necessitano di una catarsi. Quello che viene spesso proposto, di continuare a seguire la politica, anche con i migliori valori rappresentati, non porterà mai da nessuna parte. Mi chiedo come si può non capire che è arrivato il momento di arare il terreno della nostra società per ribaltare tutto quanto. 

Bisogna porsi il problema di cosa stiamo facendo, tutti quanti a livello individuale, del nostro tempo e delle nostre energie e cercare di capire se, ad esempio, il nostro lavoro porta un contributo al mondo che vorremmo creare. Il lavoro è la cosa più quotidiana che ci succede. Per evolvere, ci sono sicuramente delle cose da iniziare a fare ma ce ne sono anche tante altre che dobbiamo smettere di fare. Chi produce armi deve smettere di farlo come chi le usa perché quello è il suo “lavoro”. Chi produce oggetti che hanno il solo scopo di arricchire i potenti deve smettere di farlo, chi attraverso il suo lavoro inquina deve smettere di farlo...non devono smettere coloro che producono il necessario alla vita in azioni ed espressioni che sono in armonia e rispetto del tutto e coloro che amano quello che fanno (quando ciò che fanno è in armonia con il tutto) perché questi contribuiscono a innalzare la coscienza collettiva.. Affrontare molti aspetti della nostra vita, ad esempio partendo dal nostro lavoro, e porci il problema se è giusto ciò che facciamo e a seconda del bilancio che otteniamo nella nostra coscienza, trovare il coraggio per cercare in qualche modo delle alternative che oltretutto diano l’esempio, ecco, questa la ritengo una fuga in avanti capace di stimolare le coscienze. Più coscienze vengono stimolate e più cambia la firma energetica della coscienza collettiva. I miei preziosi contestatori affermano che rimane la valutazione dell’effettiva proporzione tra scelte e risultati, se, cioè, il sacrificio e le scelte di pochi sono o saranno state in grado di aumentare realmente la “coscienza collettiva” o non risulteranno improduttive di risultati realmente incisivi lasciando intatte le storture soprattutto culturali della società....

Ma uomini come Giordano Bruno, Socrate, ecc sono stati bruciati vivi, avvelenati lapidati ecc perché hanno avuto il coraggio di mantenere ferme le loro idee anche di fronte alla minaccia della morte. Come si può o si deve interpretare la relazione tra scelte e risultati di quegli uomini di fronte alle loro terribili esecuzioni? Che rapporto ci può essere tra il lasciarsi uccidere e qualsiasi risultato positivo che si è verificato in seguito alla loro morte? Questi uomini non solo ci fanno da esempio, ma grazie alla loro scelta oggi le loro idee sono scolpite nella roccia.

È possibile che anch’io sarei capace di farmi uccidere per quello che penso. Anch’io ho fatto la mia fuga in avanti rappresentata da azioni che non rispecchiano comportamenti ritenuti normali o meglio ancora “socialmente convenienti” e che mi hanno procurato critiche e/o disapprovazione ma incredibilmente non per i valori che promuovo ma solamente per il tipo di scelta, una scelta sconveniente solamente da un punto di vista economico. Ma come si fa a fare una rivoluzione non rivoluzionando nulla della propria vita?  Mi chiedo: se questa notte fossi rinchiuso in una cella aspettando la mia esecuzione e mio padre potesse venire a parlare con me per l'ultima volta cosa verrebbe a dirmi? Di cedere per continuare a vivere o sarebbe fiero di me, nel dolore più grande che so che potrebbe provare?
 Perché anche lui condivide i valori per cui mi batto ma non approva la mia scelta di buttare all’aria la mia vita perché pensa che sia inutile.
È ovvio che delle mie scelte personali non se n'è accorto nessuno, non almeno come se domani mi bruciassero a Campo dei fiori. È qui la differenza perché fortunatamente nessuno mi ucciderà per quello che penso ma dal mio punto di vista non cambia molto e anche se le mie scelte personali fanno poco o nessun  clamore e quindi sembrano inutili, di contro ho la possibilità di scrivere le mie idee che possono arrivare a tantissime persone. E se scrivo le mie idee che contribuiranno ad innalzare la coscienza collettiva, lo faccio con un'onestà di base perché io ho davvero messo in pratica ciò che penso e quindi poi lo scrivo. Questa forza contagia persone a fianco a me, ma non solo, non avendo l'esclusiva di questa energia, altre persone stanno maturando, e iniziando a intraprendere gli stessi passi altrove. Quando agli occhi di chi mi critica non sarò più solo, si  potrà vedere come queste anime avranno facilità ad unirsi e come saranno ispirate a trovare soluzioni al crollo degli schemi che hanno coraggiosamente e faticosamente buttato giù. Per edificare serve un luogo, se il luogo è INGOMBRATO prima bisogna demolire la vecchia costruzione.
Mi è stato chiesto: 
“Ma come potranno fare fughe in avanti coloro che devono rispettare i propri impegni e assolvere a responsabilità familiari che, con la direzione che hanno dato alla propria vita, hanno scelto strade diverse, magari con lo stesso obiettivo e con il sogno di contribuire a realizzare una società differente e migliore?”
Certo, chi ha famiglia ha poche possibilità di fare l'eroe, almeno fino a quando il suo bel mondo di cartone non gli si ripiegherà addosso. Sono d'accordo che nonostante questo possa soffrire delle condizioni in cui vive e che sogna e spera un mondo migliore. Le fughe in avanti se le può permettere chi è da solo, chi rasenta la follia, chi ha qualcosa da dire, chi studia e si prepara ai cambiamenti, chi ha il coraggio di farle e anche quei padri che capiscono che forse una fuga in avanti è un esempio e un investimento nella vita del proprio figlio perché a un certo punto hanno realizzato che quel mondo non è il mondo che vorrebbero lasciare alla loro prole.                            
I propri impegni? Nei confronti di chi o di che cosa? Quale responsabilità più importante può rivestire un essere umano, attualmente, che risvegliare se stesso, stimolare il risveglio a chi è a lui vicino, e salvaguardare la VITA in tutte le sue forme? Forse si allude a impegni di lavoro? O la partecipazione alla realtà politica attraverso il voto? Cioè a tutte quelle attività ampiamente sperimentate che continuano a creare il mondo così come è oggi?
O forse si parla di impegni come genitori? E allora ripeto: quale insegnamento più alto può dare un padre ad un figlio se ha il coraggio di fare una fugai in avanti? Un padre deve assicurare amore e cibo e questo non mancheranno mai, non deve più assicurare però una falsa sicurezza in un mondo che è tutto tranne che sicuro.
Io suggerisco di prepararci perché le nuove generazioni (e non intendo i giovani ma tutti coloro che saranno la nuova umanità) stanno abbandonando definitivamente i vecchi impegni e si uniscono a creare forme pensiero molto diverse da quello che vecchi pensatori credono che sia l’unico metodo di rinascita. La nuova umanità sta creando, a livello di coscienza, alternative che esondano da quello che punti di vista obsoleti credono che sia l'unico metodo possibile. 
C'è un'evoluzione/rivoluzione in atto e che può solo evolvere; non resta che stare a guardare. 
Le parole che scrivo vogliono proprio arrivare a stimolare un pensiero che dilati in dimensioni nuove, più evolute, più consapevoli, ho sottolineato in un mio articolo precedente il concetto che non mi aspetto che le persone si licenzino, anche perché non è davvero l'unica realtà da prendere di petto e poi non è davvero il primo passo, il primo passo è la coscienza, prima individuale e poi collettiva. Che lotta meravigliosa e pacifica potrà essere quella di abbattere i vecchi, dannosi e pericolosi schemi?
Voglio concludere specificando che  spesso i valori, tra le persone, sono identici, ma in moltissime persone, se posso permettermi, manca una retro cultura esoterica e spirituale che si ostinano a tenere fuori da questi argomenti.... ma presto si capirà che l'evoluzione pratica, oggettiva, di schemi economici e sociali, passerà proprio attraverso questi aspetti che ancora non sappiamo abbastanza bene che sono la nostra natura più profonda e più vera. Vedremo che i cambiamenti si materializzeranno proprio grazie al fatto che la maggior parte delle persone scoprirà ed accoglierà dentro di sé la propria natura spirituale.

Davide Ragozzini


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