domenica 30 settembre 2012
sabato 29 settembre 2012
Poliziotto: prima o poi dovrai fare una scelta: da che parte stai?
Spero per te, poliziotto, che non sarà solo uno stipendio a farti fare il "CANE POLIZIOTTO" spero per te che scegli ad ogni manganellata che dai, l'etica da seguire e che ad ogni manganellata sei sicuro di colpire un delinquente, un terrorista magari, un attentatore alla giustizia in cui credi tu.
Altrimenti dico io, che uomo sei?
venerdì 28 settembre 2012
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Davide Ragozzini: I miei articoli - LAVORARE PER LA PACE Perché f...: Dopo gli innumerevoli commenti e le mail di molti lettori sull'articolo: "Smettere di lavorare", qui ripropongo un articolo che può essern...
Video - Humanoid robot 『Geminoid F』
GEMINOID F
un robot umanoide con le sembianze di una donna bella e affascinante.
Geminoid f, costruito in giappone nel 2010, è capace di simulare la voce umana parlando e cantando, si esprime con 65 diverse smorfie di viso. Apparentemente sembrerebbe una ragazza come tante. Con lunghi capelli neri, lineamenti minuti e dolci, ma i suoi dodici motori che ne permettono il movimento evidenziano il suo essere androide in grado e soprattutto capace di interagire emotivamente.
Il creatore hiroshi hishiguro è un professore universitario a osaka ed è tra i massimi
esperti mondiali di robotica, è stato già in grado di creare nel 2006 altri modelli di androidi con circa 50 motori. A differenza dei precedenti geminoid f si muove solo con 12 motori.
Finora geminoid f ha partecipato a una rappresentazione teatrale in italia in cui interpretava proprio un robot; l'androide potrebbe essere utilizzata per diversi mestieri: assistente d'ospedale, hostess,modella. Il Piano prevede di favorire a livello universitario la ricerca in questo settore in modo da sostituire con il tempo gli androidi ai lavori più pesanti e lasciare le persone più libere di studiare, godersi la vita e prendersi cura di Gaia.
giovedì 27 settembre 2012
martedì 25 settembre 2012
lunedì 24 settembre 2012
venerdì 21 settembre 2012
giovedì 20 settembre 2012
mercoledì 19 settembre 2012
SEGUI I COMMENTI TRA ME E MIO PADRE - I miei articoli - LAVORARE PER LA PACE Perché fai la guerra papà?
Dopo gli innumerevoli commenti e le mail di molti lettori sull'articolo: "Smettere di lavorare", qui ripropongo un articolo che può esserne considerato la continuazione.
Lavorare per la pace . Perché fai la guerra papà?
Il primo passo per cambiare qualcosa che non ci sta bene è creare con la mente un’alternativa, immaginare concretamente l’oggetto desiderato.
La pace, un mondo nuovo e più
giusto, costruito sulla condivisione e sulla cooperazione, forse sta
iniziando a delinearsi perché, sempre più persone,
stanno cominciando a desiderarlo quindi a immaginarlo ma più
di tutto, credo, stiamo cominciando a credere che sia possibile.
La vera rivoluzione inizia quando la
moltitudine comincia a credere che un’utopia sia possibile.
Nel
mio articolo precedente “Smettere di lavorare”, affronto la
realtà del lavoro in un’ottica, a mio avviso, molto
futurista o forse ancora di più… post-dimensionale; il
lavoro, così come viene inteso oggi nelle culture dominanti
sul nostro pianeta, nelle mie righe viene seriamente messo sotto
accusa.
In
questo articolo tento di scendere un po’ più nello specifico
mettendo nel microscopio realtà lavorative come i militari e
più sotto coloro impiegati nell’industria bellica sia di
armi che di mezzi come navi, aerei, carri armati ecc.
Ovviamente
conosco la differenza che esiste tra militari e civili impiegati
nell’industria bellica.
Nella
mia città, La Spezia, sono presenti entrambe le realtà:
vi è l’arsenale militare e vi sono industrie belliche come
l’ O.T.O. Melara (cannoni, carri armati, missili) e Fincantieri
Muggiano specializzata nella costruzione di navi militari; in più
c’è tutta una rete di piccole aziende che lavorano per
questi colossi. Queste tre realtà unite a tutte le piccole
aziende, offrono un’altissima percentuale di occupazione nella mia
città. Quindi si può affermare che a La Spezia un
grandissimo numero di persone lavora, percepisce uno stipendio, e
mette le sue energie per contribuire a costruire armi e/o mezzi
militari.
Tra
le persone che conosco, che lavorano in questo settore, spesso tento
di introdurre l’argomento in questione cominciando da una domanda:
“Ma lo sai che tu contribuisci a mantenere la presenza della
guerra nel mondo?”
La
risposta è pressoché la stessa: “Io non so cosa
farci, questo è solo il mio lavoro, del resto come farei a
vivere e a mantenere i miei figli, questa realtà mi dà
uno stipendio.”
Bene,
certo, io stesso non ho molti argomenti, però concludo
dicendo: “Sappi però che per poter vivere tu e la tua
famiglia contribuisci alla morte di altre persone da qualche parte
nel mondo, perché se nessuno in tutto il pianeta accettasse di
costruire armi o peggio ancora di schiacciare il pulsante per far
partire un missile, e solo per uno stipendio, la guerra non ci
sarebbe più.”
Perché
coloro che muovono guerra contro qualcuno, se non ci fossero degli
stipendiati ad aiutarli come farebbero? Insegnerebbero alle banconote
a sparare o a guidare gli aerei?
Certo
non è facile e non mi aspetto davvero che tutti si licenzino
(anche se io l’ho fatto); il mio vero grande obbiettivo è
sensibilizzare queste persone, quanto meno perché ci
riflettano sopra.
Perché
purtroppo è rara una risposta, tra quelle che mi danno, che
possa essere più o meno così: “Lo so, hai ragione.
Sai? A volte ci penso anch’io a queste cose e ti assicuro che ne
soffro, ma io non so proprio come rimediare. Tu hai qualche idea?”
Che
bella risposta sarebbe. “No, risponderei,
nemmeno io conosco un modo per cambiare le cose, però
mi fa piacere che sei sensibile a una realtà che ti vede
coinvolto così da vicino. Credo che l’unica cosa che si
possa fare, io e te insieme, sia di continuare a pensarci e provare
ad inserire nella nostra vita concetti e teorie che introducono nuovi
modelli sociali e trasmetterli a più persone possibili e piano
piano vedere cosa succede.”
Se
avessi la fortuna di fare un dialogo simile, quel giorno mi
sembrerebbe un buon giorno, un inizio di qualcosa di nuovo, migliore.
Sicuramente
persone pronte a pensare in questo modo ce ne sono, infatti non ho
davvero intervistato tutti quelli, nella mia città, che
lavorano in questo settore, ma credo e spero che ragionare in questi
termini faccia bene a tutti e anche se con queste ultime righe
specifico che non sto facendo di tutta un erba un fascio, lo ritengo
un argomento importante capace di elevare le coscienze di tutti.
Ad
ogni modo sono costretto ad introdurre un altro argomento che emerge
dalla prima risposta dove viene messo in relazione lo stipendio con
la famiglia.
La
guerra, lo sappiamo benissimo tutti ormai, parte da un piccolo numero
di uomini oscenamente ricchi che vogliono arricchirsi ancora di più.
Sotto di loro ci sono i rappresentanti delle nazioni che volenti o
nolenti fanno il loro gioco. Sotto ancora ci sono, in ordine
gerarchico, tutti i militari e sotto ancora ci sono i lavoratori
dell’industria bellica compresi scienziati e ingegneri.
Tolti
i miliardari, i presidenti e i generali (perché anche loro
guadagnano molto dalla guerra), tutti gli altri “fanno” la guerra
solo per uno stipendio anche se ovviamente di valori diversi.
La
maggior parte di queste persone (dai miliardari all’ultimo
manovale)a casa hanno una famiglia e dei figli che dicono di amare.
Ora
io mi chiedo: ma come fanno, se è vero che amano, soprattutto
i loro figli, a fare la guerra?
Chi
ama davvero non pensa minimamente di muovere guerra contro nessuno.
Chi ama davvero non ha bisogno di impossessarsi di tutti i beni
materiali che può arraffare anche a discapito della vita degli
altri.
Chi
ama davvero ha già tutto quello che gli serve, anche la
saggezza di USARE tutti i beni materiali che gli servono e che
desidera DAVVERO, nell’assoluto rispetto di questi oggetti, di sé
e degli altri.
Chi
ama davvero, credo con tutto me stesso, che si ponga il problema se
il suo lavoro e le sue energie sono ben spese, ben impiegate e
soprattutto ben investite nel futuro di chi dicono di amare.
Se
ancora c’è la guerra, sul nostro pianeta, è perché
non c’è ancora amore e se c’è, un padre mi deve far
vedere dov’è.
E se
credete che a fare la guerra siano gli “altri” allora dovete
sapere che chi ci governa è la proiezione del pensiero o
dell’incapacità di amare di tutti i popoli, quanto meno
perché li lasciamo fare.
Sul
pianeta siamo quasi 7 miliardi di persone; una decina delle quali ci
governano, una decina di milioni formano i loro eserciti e sei
miliardi novecentoottantanove milioni novecentonovantanovemila
novecentonovanta persone, siamo tutti gli altri.
Secondo
voi chi ha più potere?
Come
dice Vasco Rossi: “se si girano gli eserciti, gli spari sopra
sono per voi”.
A
formare gli eserciti ci sono persone come noi.
Senza
queste persone chi ci governa non PUO’ assolutamente fare nulla.
A
pigiare i bottoni per far partire i missili sono le dita di un essere
umano che non può, NON PUO’ amare la sua compagna e i suoi
figli, NON PUO’!! se amasse, ma DAVVERO, piuttosto quel dito se lo
taglierebbe.
E se
la scusa potesse essere quella che il suo lavoro procura da mangiare
proprio alle persone che dice di amare, mi chiedo come può,
quell’uomo non capire che prima o poi le sue azioni, messe insieme
a tutte quelle di uomini come lui, porteranno alla distruzione di
tutto quanto.
E se
mai dovesse arrivare quel giorno, cosa direbbe ai suoi figli?
E
ancora, se i suoi figli dovessero chiedergli il motivo che lo spinge
a fare quel lavoro, perché hanno appena visto in TV che le
bombe che vengono lanciate o costruite da uomini come il proprio
padre, uccidono persone e bimbi come loro, che cosa risponderebbe?
“Perché
fai la guerra papà?”
Credo che sia difficile
che i bimbi leggano questo articolo, allora qualche domanda la faccio
io:
Se
il tuo lavoro fosse quello di pigiare un bottone per far partire un
missile, riusciresti a smettere di farlo se te lo chiedesse tuo
figlio?
Se
il tuo lavoro fosse quello di caricare quel cannone, riusciresti a
smettere di farlo se te lo chiedesse tuo figlio?
Se
il tuo lavoro fosse quello di costruire quel cannone, riusciresti a
smettere di farlo se a chiedertelo fosse tuo figlio?
Se
il tuo lavoro fosse quello di costruire navi, aerei da guerra,
riusciresti a smettere di farlo anche se poi il giorno dopo ti devi
inventare un modo per continuare a dare da mangiare a tuo figlio?
La
guerra esiste anche “grazie” a te, che non riesci a smettere di
farla o di aiutare coloro che la vogliono fare e spesso solo per uno
STIPENDIO. Uno stipendio inadeguato, tra l’atro, al tempo che
impieghi per lavorare e che peraltro togli a tuo figlio.
Ripeto:
so benissimo che non è facile affrontare questi argomenti
soprattutto se davvero il vostro sostentamento arriva “dalla
guerra” ma almeno, vi prego, rifletteteci sopra.
Se
molti di voi stanno già mutando le proprie idee e innalzano la
coscienza abbandonando le paure, e le alternative si stanno già
formando sotto forma di teorie, dovrete presto avere il coraggio di
metterle in pratica.
Molti
sostengono che le utopie non cambieranno il mondo, io sostengo invece
che se cominciamo a mettere in pratica le teorie lo cambieremo
davvero il nostro mondo e delle utopie, dopo, penseremo che sono
state solo delle sfide capaci di metterci alla prova e ci hanno dato
la possibilità di dimostrare a noi stessi quanto siamo capaci
di brillare.
martedì 18 settembre 2012
INFORMAZIONE LIBERA
La cultura è l'unico bene dell'umanità che,
diviso fra tutti,
anziché diminuire diventa più grande.
HANS GEORG GADAMER
lunedì 17 settembre 2012
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domenica 16 settembre 2012
venerdì 14 settembre 2012
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